Come già si intuiva dal precedente "The Audio Injected Soul", i Mnemic proseguono lungo la via della violenza musicale orecchiabile di natura metallica, appetibile per tutti coloro i quali vivono tale materia quale espressione del nuovo millennio (o comunque figlia dell'ultimo lustro del secolo scorso).
Però, e se prestate attenzione ad alcuni riff e ad alcune soluzioni ritmiche lo coglierete, sono presenti pure rimandi stilistici a forme più "old" di heavy metal (thrash), il tutto senza mai intaccare l'impronta cibernetica che la formazione danese ricerca con ossessione e determinazione. E tale considerazione viene evidenziata dal fatto che per la produzione si sono affidati a un team di super esperti, quasi che avessero voluto mettere insieme la combinazione più dinamitarda possibile, attingendo da diverse fonti. Infatti, oltre alla stessa band, i nomi sono quelli di Christian Olde Wolbers di Fear Factory, Warren Riker (Down e Crowbar, ma anche The Fugees, Lauryn Hill e Michael Jackson) e il sommo Tue Madsen! Non solo, in "Psykorgasm" troviamo, in qualità di ospiti, Shane Embury di Napalm Death e Jeff Walker di Carcass. Come se non bastasse Roy Z. (già al fianco di Bruce Dickinson e Judas Priest) ha collaborato alla scrittura di "Meaningless". E senza considerare che i tre anni trascorsi tra il secondo e il terzo (e qui presente) lavoro sono, in parte, stati spesi nella ricerca di un nuovo cantante, alfine trovato in Guillame Bideau (ex Scarve).
Insomma, è chiaro che con questo tourbillon di partecipanti (di esperienza, nonché classe, indiscussa) la quadratura del cerchio sia stata trovata. Ed è stata trovata per mezzo di brani che alla complessità tecnica, preferiscono una sorta di isterismo strutturale, l'alternanza di timbriche vocali, la possanza strumentale, un impatto devastante e una pulizia sonora da sala operatoria sterilizzata, ma pure una certa prevedibilità sulla lunga distanza. Avessero lavorato di più sugli arrangiamenti (esemplare, ad esempio, l'innesto electro posto in chiusura della bellissima "In Control") avrebbero certamente dimostrato di saper andare oltre il già noto. Pur se ciò non toglie che album come "Passenger" siano sempre graditi.
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