Brasil Instrumental n.4

Moacir Santos non mi sembra molto popolare. Le persone scuotono la testa quando pronuncio il suo nome. Moacir Santos al contrario é un nome ben conosciuto fra i professionisti della musica brasileira, molti gli sono debitori.

Nasce nel ventisei in pieno sertão pernambucano e negli anni quaranta si trasferisce a Rio de Janeiro, dove sará il primo nero a dirigere la Radio Nacional. Nel sessantasette, vista la direzione presa dal mercato discografico in Brasile, decide di andare a vivere negli States dove inciderá altri quattro dischi, tre per la Blue Note e uno per la Discovery. Riconosciuto come uno dei maestri dell´innovazione armonica della musica popolare brasileira, é stato professore di musicisti del calibro di Baden Powell, Paulo Moura, João Donato, Nara Leão, Roberto Menescal, Sérgio Mendes fra gli altri.

"Coisas", é il suo primo album, l´unico inciso in Brasile. Esce nel sessantacinque per la piccola e coraggiosa etichetta "Forma" e si presenta intrigante fin dal primo ascolto. Rapisce quella sua raffinata e apparente semplicitá armonica, quell´ordinata libertá d´espressione che acquista un gusto delicato, mescolando ingredienti della musica afro-brasileira e afro-americana. La trance dell´ego solistico si sveglia al richiamo di antiche danze, il profumo di bossanova rinfresca l´ambiente del nuovo terreiro dello swing.

Moacir Santos; un nome che meriterebbe essere riscoperto. "Coisas" é un bell´ascoltare, soprattutto per gli amanti del jazz e della bossanova.

"Foi o último e o melhor disco de "samba-jazz" feito no Brasil daquela época: uma obra-prima de música instrumental, com raízes ardentemente brasileiras e uma certa tintura jungle, ellingtoniana, que parece brotar dessas mesmas raízes. Seria fácil dizer que, em tais raízes, está a música ancestral negra."

Ruy Castro

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