Purtroppo devo iniziare la recensione con una triste premessa: questo gruppo assomiglia sempre di meno ai Modena City Ramblers.

Troppe cose sono cambiate: è cambiata la formazione, perchè l'ormai storica voce di Cisco ha preso la strada della carriera solista, ed è stato rimpiazzato da una nuova coppia di cantanti, "Dudu" e "Betty", che pur essendo sempre all'altezza della situazione, ancora non sono riusciti a far breccia nel cuore dei fan più nostalgici, e chissà se mai vi riusciranno; è cambiata l'idea di fondo, il principio su cui prima si fondavano i lavori della band: se un tempo si suonava per comunicare rabbia e grinta, per divertire e per ballare, ora sembra si sia giunti ad un punto di grande riflessione, probabilmente dovuta anche ad una raggiunta maturità e consapevolezza della band, che forse non ha più la forza di trattare gli stessi argomenti con l'energia di un tempo, non ha più quell'entusiasmo nel raccontare storie di viaggi e di gente lontana che tanto aveva arricchito gli album precedenti, e soprattutto non c'è più traccia della freschezza e del brio musicale caratteristico dei primi MCR.

Le sedici tracce di 'Dopo Il Lungo Inverno' si trascinano avanti una dopo l'altra a passi pesanti, in maniera lenta, quasi stanca, tra romanticismo e malinconia, tra lontananza e dolore. Quando sentii il titolo dell'album, 'Dopo Il Lungo Inverno' appunto, pensai ad un album di speranza, di fiducia ritrovata, di allegria; ma dopo vari ascolti la sensazione è quella di avere per le mani un disco intriso di ormai quasi rassegnata tristezza e di delusione. I pochi pezzi allegri e veloci dell'album, quelli ispirati alle frizzanti ballate celtiche come l'opener "In Quel Giorno a Primavera", sembrano infilati dentro forzatamente in un contesto poco idoneo, non portano novità, sono musicalmente ingenui e soprattutto danno l'idea di essere come poco ispirati, poco sentiti, ed inevitabilmente poco incisivi.

Per il resto, il disco concede diverse digressioni verso musiche esotiche, orientaleggianti, ritmi tribali e spezzoni quasi reggae, come ad esempio nel bel finale de "Il Paese Delle Meraviglie". Non mancano i tradizionali pezzi in dialetto modenese, ora più che mai descrittivi e leggeri, testimoni del forte legame del gruppo verso la propria terra. E' bello notare come in certi testi permanga quella vena poetica evocativa, seppur sempre meno sognante, che gli MCR utilizzano per comunicarci idee e passioni: è timido e strozzato, ma sempre potente l'urlo con cui ci si schiera contro le guerre, contro le sofferenze e contro l'indifferenza, in pezzi lenti e illacrimati come "Oltre La Guerra e La Paura", "Le Strade Di Crowford" e "Mala Sirena".

La sensazione generale all'ascolto è che in realtà 'Dopo Il Lungo Inverno' sia un lavoro tutto sommato piacevole, ma poco caratteristico, troppo impersonale per una band il cui marchio di fabbrica da anni è inconfondibile: forse i Modena City Ramblers avevano in mente un progetto ambizioso, tante idee tradotte in musica in maniera non del tutto e non sempre riuscita, e, come detto, con qualche forzatura.

E' chiaro che da una band come loro, era lecito aspettarsi qualcosa di diverso, qualcosa che potesse sì rinnovare l'esperienza musicale del gruppo, ma che permettesse allo stesso tempo di non accentuare questo lento e inesorabile allontanamento dalla propria identità storica, quell'identità magica che gli ha resi unici e forse irripetibili... ma forse ormai anche loro stanno diventando solo un bel ricordo...

Elenco e tracce

01   Prologo (00:30)

02   Quel giorno a primavera (03:10)

03   La musica del tempo (05:34)

04   Tota la sira (04:12)

05   Oltre la guerra e la paura (04:38)

06   Le strade di Crawford (04:15)

07   Western Union (04:31)

08   Mia dolce rivoluzionaria (03:54)

09   Il paese delle meraviglie (05:46)

10   Intermezzo (00:34)

11   I prati di Bismantova (03:51)

12   Mala sirena (04:08)

13   Mama Africa (03:05)

14   Risamargo (03:34)

15   La stagioun di delinqueint (04:07)

16   Il treno dei folli (03:27)

17   Come nuvole lontane (04:14)

18   Stranger in Birkenau (04:12)

19   Epilogo (00:43)

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