Premetto che il disco in questione, nonostante abbia dato due stelle, non è un lavoro da buttare, o comunque non del tutto, tuttavia per una questione di pura e fastidiosa incomprensione (di cui spiegherò le entità qui di seguito) da parte mia nei confronti del suddetto disco, ho deciso di abbassarne il voto sotto la soglia della sufficienza.

Si tratta a mio avviso di un lavoro disorganico, approssimato, come se i MCR avessero deciso di infilarci dentro canzoni e idee quasi a caso; mi spiego: tranne in rari episodi, i vari pezzi, anche quelli migliori, quelli belli (perchè ce ne sono), risultano scollegati fra loro, a volte addirittura fuori luogo, e forse anche a causa dell'ordine in cui sono messi non riescono a valorizzarsi a vicenda, anzi, talvolta si rubano la scena, diventano ripetitivi, si tolgono valore reciprocamente. Non so se mi spiego, perciò per far capire di che parlo, procederò ad una analisi traccia per traccia. 'Terra e Libertà', disco fortemente intriso di esperienze e suoni dell'America Latina (più esperieze che suoni per la verità), si apre con "Macondo Express", una canzone dal sound allegro e gitano, un buon intro, preambolo ad un progetto che solo marginalmente sarà realizzato. Le due tracce successive, "Il Ritorno Di Paddy Garcia" e "Il Ballo Di Aureliano", prese singolarmente, sono due buoni pezzi, soprattutto quest'ultima, ma così accostate risultano monotone, troppo uguali tra loro, e finiscono per svalutarsi a vicenda. Segue "Remedios La Bella", una ballata dal suono tanto dolce quanto triste, e "Radio Tindouf", una riuscita digressione musicale alla scoperta dei suoni nord-africani; ci può stare. Qui poi però troviamo la "Marcia Balcanica", un pezzo solo strumentale, per l'appunto dal sapore balcanico, orecchiabile, buona per il pogo nei live, ma un po' ripetitiva e la cui presenza nel disco sembra in fin dei conti fine a se stessa, come del resto il pezzo successivo, "La Danza Infernale", un folk divertente e veloce che fa da supporto ad un testo simpatico, leggero, ma non certo incisivo, e forse nemmeno adeguato alla sua musica.

Con i tre pezzi successivi abbiamo quello che è, a mio avviso, il cuore pulsante di 'Terra e Libertà': tre canzoni espressive, sentimentali, legate da un sottile filo conduttore, che portano dall'addio colmo di lacrime e speranza di "Qualche Splendido Giorno" alla rassegnazione di "Lettere Dal Fronte", sulle cui note si legge l'amara disperazione, la consapevolezza e l'accettazione di una condizione ormai irrimediabile, il tutto passando per il folk spumeggiante di "Transamerika", vero capolavoro del disco, che fa rivivere il sogno del giovane Ernesto Guevara in modo gioioso, vitale, e, nel finale, con un pizzico di malinconia: tre canzoni piene di significati, di forza, di storie, in cui parole e musica si fondono in perfetta armonia, seguite però da tre tracce la cui presenza nel disco ritengo incomprensibile: "L'Ultima Mano", "Cuore Blindato" e "Don Chisciotte" sono slegate, isolate, pezzi in cui non riesco a trovare nulla: non c'è rabbia, non c'è amore, non c'è innovazione, la musica è piatta ed anonima; insomma, un vero buco nero, una caduta rovinosa, enigmatica, da cui ci si riprende solo marginalmente con "Cent'Anni Di Solitudine", canzone dal testo che ripete cose già dette in precedenza e dalla musica neanche eccessivamente energica. Il tutto si chiude con "L'Amore Ai Tempi Del Caos", canzone d'amore, lenta e dolce, carina, ma nulla di indimenticabile.

In definitiva 'Terra e Libertà' è un disco che capisco solo in parte, quella parte che ritengo comprensibile, sensata; le canzoni che proprio non mi vanno giu, quegli inutili doppioni, dubito che sian messaggi sottili che anni di ascolti non mi han ancora permesso di svelare, semplicemente sono tracce inutili, incidenti di percorso. E allora, da fan, mi viene da interrogarmi sui motivi di tutto ciò: io che adoravo i primi due dischi dei MCR mi ritrovo con in mano un lavoro per un terzo da cestinare (almeno a parer mio) e per due terzi non ben riuscito. Scarsa Vena? Mancanza di idee? Io personalmente vedo tutto ciò come una grossa distrazione, una caduta di stile, che per altro perdurerà sempre più grossa nei dischi successivi.

Ascoltandolo si arriva abbastanza scorrevolmente fino alla traccia numero dieci, poi diventa noioso, difficile da seguire, ripetitivo; insomma, diventa davvero brutto, tanto che spesso mi sorprendo a schiacciare il tasto avanti dello stereo a metà delle canzoni, cosa che odio fare quasi quanto cambiare i sassetti del gatto, fino ad arrivare all'ultima traccia dove, vuoi perchè è orecchiabile e mielosa, vuoi perchè l'idea che sia l'ultima mi ringalluzzisce, almeno trovo ristoro per le mie orecchie.

Disco mediocre, con punti alti e punti molto bassi, inspiegabilmente bassi. Non certo il modo migliore di avvicinarsi ai MCR per chi non li conoscesse.

Elenco tracce testi e video

01   Macondo Express (03:22)

02   Il ritorno di Paddy Garcia (03:53)

03   Il ballo di Aureliano (04:03)

04   Remedios la bella (03:53)

05   Radio Tindouf (04:55)

06   Marcia balcanica (02:42)

07   Danza infernale (03:43)

Buongiorno vecchio amico
buongiorno e ben trovato
che piacere rivederti
sono giusto di ritorno dall'inferno.

Dall'umido e dal buio
dal freddo e dal silenzio
dai cunicoli profondi
con i corpi putrefatti dei dannati.

Per anni ti ho cercato
per tutti i sette mari
finalmente ti ho trovato
e questa sera c'è un conto da pagare.

Mille voci dalla tomba
chiamano il tuo nome ormai
non ti resta via di scampo
nessun dio ti aiuterà.
Ascolta il coro degli spettri
guarda gli incubi più neri
e i diavoli che ballano
al ritmo della danza infernale.

Ti ricordi quella notte
infuriava la tempesta
e un'onda gigantesca
si è portata in fondo al mare
il capitano. In mezzo all'uragano
io lottavo col timone
e mi hai colpito alle spalle
per avere la mia parte del tesoro.

E mentre andavo a fondo
nell'acqua fredda e scura
ti ho giurato vendetta
e sembra proprio
che il mio giorno sia arrivato.

Mille voci dalla tomba
chiamano il tuo nome ormai
non ti resta via di scampo
nessun dio ti aiuterà.
Ascolta il coro degli spettri
guarda gli incubi più neri
e i diavoli che ballano
al ritmo della danza infernale.

Quarant'anni in fondo al mare
negli abissi più profondi
dove non arriva luce
quarant'anni per covare la vendetta.

E intanto tu godevi
il lusso più sfrenato
tra vino, donne e gioco
tra feste, luci, musica e colori.

Ho sentito le tue tracce
nei salotti e nei bordelli
ho aspettato il mio momento
e questa sera è suonata la tua ora.

Mille voci dalla tomba
chiamano il tuo nome ormai
non ti resta via di scampo
nessun dio ti aiuterà.
Ascolta il coro degli spettri
guarda gli incubi più neri
e i diavoli che ballano
al ritmo della danza infernale.
al ritmo della danza infernale.
al ritmo della danza infernale

08   Qualche splendido giorno (03:51)

09   Transamerika (03:26)

Sei partito alla grande con Alberto e con la moto
Siam venuti tutti quanti a salutarvi
Con un augurio, un abbraccio, una risata e una bottiglia
E le ragazze una lacrima ed un bacio

Nel bagaglio avevate due coperte e un po' di mate
Una chiave del 10 e fil di ferro
Una mappa, qualche libro, un paio di indirizzi
Hermanos, vayanse con Dios!

Nonstante le cadute e le rotture del motore
Avete attraversato il continente
E scroccato da mangiare e sofferto freddo e fame
E abbandonato la moto in rottami.

Hai parlato con gli indios rassegnati ed impassibili
Ai mineros dai polmoni avvelenati
Ai lebbrosi sepolti in ospedale giù all'inferno
E li hai portati nel ricordo con te

Addio, non perderti
Resta allegro come sei
Dalle piste di Temuco
Alle vette di Abancay
Tieni gli occhi sempre aperti
Custodisci l'ultima idea
Noi ci prepariamo a seguirti
TRANSAMERIKA

Ho sentito che da allora sei diventato grande
Comandante vittorioso e poi ministri
Che hai sfidato dittatori e per anni li hai beffati
E che adesso tutto il mondo ti conosce.

Ma a noi piace ripensare alla tua voglia di partire
Alla moto caricata all'impossibile
Agli scherzi di Alberto, alla sete di avventura
E' un bel modo per dire libertà

Addio, è il capolinea
So che non ritornerai
A Quebrada de lo Yuro
Ti aspettavano i macellai
Ti hanno mostrato ai giornalisti
Hanno detto "Eccolo, è lui"
Regna l'ombra su Valle Grande
TRANSAMERIKA

Addio, dormi tranquillo
Perché non finisce qui
L'avventura è ripartita
Resta intatta l'ultima idea
E da qualche parte del mondo
C'è qualcuno come te
Che prepara un nuovo viaggio
TRANSAMERIKA

10   Lettera dal fronte (02:39)

11   L'ultima mano (04:11)

12   Cuore blindato (02:39)

13   Don Chisciotte (03:15)

14   Cent'anni di solitudine (03:32)

15   L'amore ai tempi del caos (03:18)

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