Sto soffrendo.


Sto scrivendo questa recensione inginocchiato sui ceci mentre un doloroso cilicio sta mortificando la mia carne e il mio spirito. Perchè soffrire? Perchè farsi del male? Forse perchè mai avrei voluto scrivere male del gruppo di Issaquah. Mai avrei pensato che la loro indole indipendente e alternativa fosse annacquata dalle morbidezze e rilassatezze commerciali d'alta classifica (si fa per dire, naturalmente). Intendiamoci, il nuovo lavoro "Strangers To Ourselves" (2015) non è un brutto album (vedete, neppure ora ce la faccio a parlarne male), forse troppo lungo e dispersivo, una migliore selezione avrebbe giovato sul risultato finale. Ma allora cosa non va?

Il topo modesto, dopo ben otto anni, si ripresenta sulle scene mondiali dopo il modesto "We Were Dead Before the Ship Even Sank" in cui la presenza del mitico Johnny Marr aveva garantito un miglior ritorno sulle vendite e una netta virata pop (tanto per rimanere nel concept nautico dell'album) nel sound e negli arrangiamenti. "Strangers To Ourselves" sembra mantenere la stessa lunghezza d'onda, musica (quasi) leggera per ascolti facili. E' totalmente sparita la ruvidezza aggressiva delle chitarre, quelle continue "slamate" che mi avevano fatto innamorare di loro (i primi tre album docent). Lo sproloquio vocale di Isaac Brock è a tratti la parodia di se stesso, è maniera più che sostanza.

Rimangono tante belle canzoncine slegate una dall'altra che ricordano i fasti passati, alcuni piccoli contentini per i fan "duri e puri" di vecchia data. Le sferzate indie-rock di fine anni '90 sembrano sublimate in un composto gassoso impalpabile giusto giusto respirabile dai polmoni, non avvezzi alle alte quote, dei fan dell'ultima ora. Troverete le loro classiche ballate (Of Course We Know), le storiche cavalcate (Lampshades On Fire), canzoni più intime (Coyotes) e altre completamente brutte e fuori registro (Pistol).

Siete stanchi delle mie lamentele? Ci credo, perdonatemi. Sembra lo sfogo dell'amante tradito? Forse sì ma cercate di capirmi e pure di consolarmi. Di un topo così modesto, musicanidi non sa proprio cosa farsene.

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