Se gli Slint hanno inventato il post-rock, i Mogwai l'hanno rivoluzionato, con i loro suoni pungenti, i loro arpeggi che s'intrecciano in un turbinìo di emozioni, ed infine le distorsioni che si sovrappongono come gli strati di una cipolla... Anzitutto, definiamo i Mogwai... i Mogwai sono un quartetto Scozzese, devoto al post-noise-rock strumentale (se proprio dobbiamo definire il loro genere...)... e questo è probabilmente il loro album più rappresentativo.

Il disco inizia con la meravigliosa Like Herod, capitanata da un basso arpeggiato come solo i Mogwai sanno fare, per poi cadere in una violenta esplosione di distorsioni, lasciando l'ascoltatore con la bocca spalancata dinnanzi alla maestosità e potenza di qeusto brano.
Il disco prosegue con Yes! I Am a Long Way from Home, anch'essa inizialmente capeggiata da un intrigante arpeggio di basso, a cui poi si sovrappongono le stridule note di chitarra, poi pesantemente distorte nella fase distorta della canzone... durante la quale possiamo udire una trascinante melodia di chitarra accompagnata da quantità industriali di noise e feedback a volontà.

Altra canzone spettacolare è indubbiamente Katrien, stavolta accompagnata da una voce parlata che contribuisce, anche se sembrerebbe impossibile, a dare un tono alla canzone, anche in questa canzone permane la struttura arpeggio pulito-parte distorta alternati, i Mogwai per la terza volta ci stupiscono con le loro melodie, e un ascoltatore medio non può rimanere basito di fronte a tale genialità compositiva.

Segue un pezzo esclusivamente con pianoforte, trascinandoci in un minuto e mezzo di totale relax, quasi fosse un interludio dopo tante distorsioni, e ci dimostrano la loro abilità nel comporre anche un pezzo per pianoforte.

Dopo questa breve pausa, si riprende con Tracy, uno dei pezzi forti del disco, caratterizzato dai soliti e immancabili arpeggi, decorati stavolta da uno xilofono (o almeno così sembra), per poi quasi svanire, lasciando il posto ad una conversazione telefonica, che prosegue fino alla fine del pezzo.

A seguire troviamo "Summer - Priority Version", versione pesantemente modificata di "Summer", già presente in "Ten Rapid", anche in questa versione troviamo l'alternarsi di parti pulite a parti distorte, ma solo durante quest'ultime possiamo riconoscere effettivamente l'originale melodia di "Summer", suonata con xilofono. Ottimo pezzo.

Segue "With Portfolio", pezzo principalmente "noise", abbellito da una ripetitiva ma trascinante melodia di pianoforte, sembra quasi un secondo interludio prima di "R U Still in 2 It", pezzo che viene introdotto da un arpeggio enfatizzato dalla presenza del tremolo, che rende il tutto più esaltante, e perchè no, inquietante. Subentra poi una voce, rigorosamente parlata, accompagnata poi dalla presenza della batteria, il pezzo prosegue senza grosse variazioni, a parte un progressivo svanire delle dolci note.

Troviamo poi "A Cheery wave from Stranded Youngsters", in cui troviamo un pianoforte accompagnato esclusivamente da un ritmo quasi tribale di batteria, che conferisce alla canzone un tono esclusivo, che nonostante l'apparente blandezza del pezzo, trattiene l'ascoltatore fino alla fine del pezzo.

In ultima posizione il miglior pezzo del disco "Mogwai Fear Satan", un pezzo che trovo molto difficile descrivere a parole... si tratta di un pezzo di 16 minuti, durante i quali si ripete la stessa melodia di chitarra, talvolta distorta, talvolta accompagnata da un flauto, ma sempre accompagnata da una ritmica di batteria tanto semplice quanto avvincente. Una volta iniziato questo pezzo, sarà difficile abbandonarlo...

In definitiva, i Mogwai ci hanno deliziato con un disco in cui fuoriesce tutta la genialità di questa band scozzese, che ha osato riprendere le orme degli Slint ed il risultato è una delizia per le orecchie... Altamente consigliato.

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