Moltheni - "I Segreti Del Corallo"
Se il nuovo Afterhours vi ha deluso (I Milanesi ammazzano...) per i suoni scarni e disorientanti, nonché per le composizioni tendenti a trascinarvi per vicoli ciechi, non perdetevi ‘I Segreti del Corallo' del marchigiano Moltheni.
Il disco entra delicatamente nella vostra stanza sotto forma di onda sonora, crepuscolare e suadente. La stanza si ammanta di un suono indie italico, elegante e pieno di grazia come solo pochi sanno ormai fare, senti Marlene di ‘Uno' per esempio. Immagini in musica, rarefatte emozioni, un lento scivolare per quel ‘vuoto' salvifico, tipico di certa musica psichedelica degli anni '70. ‘Vita Rubino', ma anche ‘Oh Morte', ‘In Porpora', e tutte le altre, un delirio esistenziale con la leggerezza di un sogno. E poi la voce. Certo sembra Manuel Agnelli, o viceversa... tuttavia qui viene celata l'arroganza di molti che ostentano il loro saper cantare. Moltheni canta e basta, perfetto e mai fuori posto. Anche la musica strumentale rimane piacevolmente sottomessa alla grazia della composizione, tutto raggiunge una felicissima armonia, una vetta che sa di naturale perfezione. Piano rodhes, chitarre moderatamente acide, qualche percussione e il gioco è fatto. Ah tanta credibilità poi...
Come non perdersi nell'incanto strumentale di ‘Che il destino possa riunire ciò che il mare ha separato' ed ecco ancora l'onda... degna immagine per descrivere questo disco di puro rock intimista, e nell'onda il corallo... coi suo segreti.
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