Yasuharu Konishi, questo personaggio capitale ed emblematico della musica giapponese degli ultimi trent'anni. Agli inizi degli anni '80 fonda con il suo compagno di scuola Keitaro Takanami i Pizzicato Five e nel giro di un decennio diventano così importanti, influenti e inclassificabili che i critici sono costretti a inventarsi un termine apposta per definire il loro genere: Shibuya kei, cioè "stile Shibuya", cioè lo stile musicale del quartiere più mondano e cosmopolita di Tokyo, dove si ritrovano negli anni '90 i maggiori dj ed esteti musicali del mondo per dire la loro nel processo di resurrezione e rinnovamento della musica della metà del XX secolo, ripresa e completamente reinventata da Konishi (ormai rimasto solo dopo il bye bye del socio nel '94). L'idea è molto semplice: prendere quanto di meglio ci abbiano dato il pop, il soul e il rock'n'roll fra i '50, i '60 ed i '70 e ridargli un senso post-moderno e insieme innovativo, così da creare il più fantasmagorico calderone musicale immaginabile. Yasuharu Konishi c'è riuscito e nell'album The Fifth Release from Matador del 1999 opera la miracolosa sintesi di tutto quel che è stata la musica leggera del Novecento da Gershwin in poi. Nel 2001 però l'esperienza dei Pizzicato Five si conclude, la vocalist Maki Nomiya parte per la sua carriera solista e Konishi resta alla guida della ********* records (si scrive così, si legge Readymade Records). Parte l'era delle protégé e Konishi è bravo a scegliersele, molto bravo.
Karia Nomoto è una delle varie fanciulle della ********* records. Come fu per Serge Gainsbourg con Jane Birkin, qui Yasuharu Konishi costruisce Karly, un personaggio a metà strada fra la ninfetta (genere già ampiamente sperimentato che ha portato ad ottimi risultati con la giovane Kahimi Karie) e la donna in carriera, un paradosso che però sta insieme. I giapponesi, così attaccati all'immagine, sono i primi a richiedere che ci sia anche della sostanza dietro la facciata, ed ecco che Karly sforna una serie di buoni singoli, EP ed album tutti realizzati sotto l'egida perfezionista del maestro Konishi; fra questi, Chocola ni muchuu/Tsuki no mukou no sekai è uno degli episodi più riusciti. Si tratta di un singolo doppia a-side con contiene le due sigle, rispettivamente quella iniziale e quella finale, del cartone animato di maghette Sugar Sugar Rune, basato su un fumetto di Moyoco Anno (ovvero la moglie di Hideaki Anno, sì, quello di Neon Genesis Evangelion). Divisa fra tubini vintage di Pierre Cardin e severi tailleur ingentiliti da foulard, Karia Nomoto canta due gioiosi brani con parole della Anno e musica di, ça va sans dire, Konishi: sono squisiti esempi del miglior recupero dell'estetica della nouvelle vague, riferimenti per come si scrive una canzone pop felice e una canzone pop malinconica. Brani semplici, sognanti e spensierati suonati con l'orchestra in gran spolvero, celesta compresa, non canzoncine tanto pruriginose quanto scemette (Alizée, Katy Perry, Ke$ha, ...). Brani impeccabili dall'attacco al sing-along finale, lallato nella prima canzone e fischiato nella seconda. Nondimeno la copertina è splendida, col suo gusto à la Godard, i titoli tradotti in francese Chocola à la folie! e Ailleurs vers la lune! e le illustrazioni della Anno che la fanno sembrare una pagina di un numero di Harper's Bazaar d'annata. Il pacchetto è perfetto.
È chiaro che Karly, da sola, non è che una vocalist qualunque e che è Yasuharu Konishi il demiurgo, e lo è sia in senso musicale sia in senso di talent scout, dato che dagli anni 2000 il suo figlioccio Yasutaka Nakata non ha fatto che ripercorrere le orme del maestro costruendo le Perfume, Ami Suzuki, Kyary Pamyu Pamyu e le altre fanciulle del suo harem. Ma non è importante che l'artista sia Karly o Konishi o Anno o chi per loro: il risultato finale è un lavoro di grande qualità realizzato da un team di artisti, infinitamente più ascoltabile nel tempo rispetto al 90% delle pop star sia orientali sia occidentali. Si chiama musica pensata, non musica estemporanea, e rimarrà piacevole nel tempo come sono rimasti piacevoli nel tempo gli album dei Pizzicato Five. È solo grazioso pop, ma farlo così bene è tanto raro e difficile.
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