"Certo che se la prende comoda, 'sto Morgan..." "Mah, sarà andato a cena fuori...".

Questi e altri commenti si sprecavano all'Anfiteatro del Museo Pecci a Prato nella spasmodica attesa dell'esibizione del cantante. Con quaranta minuti buoni di ritardo ecco che entra in scena Morgan con le sue "Sagome"; solito look: capelli raccolti, giacca e cravatte (sì perchè oltre alla cravatta attaccata al collo ne aveva altre che pendevano dalla cintura...).

Niente chiacchiere, si inizia subito con i pezzi del nuovo album: "Animali familiari", "Da A ad A", "Tra 5 minuti", "Demoni nella notte". Una valanga di suoni, davvero molto coinvolgente.

Piccolo intermezzo con battute che vi potrei risparmiare, ma non lo faccio: "dopo si va tutti a mangiare da Ada!", ahahah, risate generali e si ricomincia, senza giacca, senza cravatta ("tanto ne ho altre ai pantaloni"), ma con lo stesso stile e la stessa musica: ecco le "Canzoni dell'Appartamento", me le ero quasi dimenticate, "The baby", "Se" e altre. Molto bene, applausi a scena aperta.

Non credevo che Morgan avrebbe cantato anche pezzi di De André, invece lo fa, e anche bene: "Un Matto", "Un Giudice", "Un Ottico" sono davvero paragonabili a quelle del maestro. Una sola canzone del recente passato Bluvertigo ("Sovrappensiero"), e si finisce con una versione lunghissima di "Heaven in my cocktail", "Altrove", e poi il bis: "Contro me stesso".

Davvero un bel concerto, coinvolgente, emozionante, 15 euro spesi bene.

Carico i commenti...  con calma