"Smembramento con la motosega" è titolato il secondo disco pubblicato nel 1999 dai Mortician, band con provenienza la soleggiata cittadina di Yonkers nello stato americano di New York; ma di soleggiato questo album, come del resto l'intera carriera del gruppo, non ha nulla. Loro sono tra gli inventori del Goregrind, del Brutal Death: una musica spaventosa che racconta di stupri, di omicidi, di zombie, di morte.

Una donna legata ad un palo, già con una gamba amputata; a pochi metri da lei si intravede un uomo armato di motosega che sta sull'uscio di un'abitazione ormai pronto a terminare il suo compito. E' notte, ci sono ossa e parti di cadaveri sparsi ovunque: una visione angosciante e che ben rappresenta l'impasto sonoro unico dei Mortician.

Ventotto sono i brani che vanno a comporre il lavoro; pezzi brevi, violentissimi, estremi. Con in più una caratteristica che rende il tutto ancor più cinico e depravato: molte canzoni (?!) hanno delle introduzioni tratte da pellicole splatter dove si sentono urla da far rizzare i capelli. Poi inizia il pandemonio musicale.

Una drum machine che sostiene ritmi inimmaginabili e iperveloci; delle chitarre con accordature e suoni ribassati in modo tale da creare un magma imponente e mostruoso; un basso altrettanto distorto ed insostenibile. Ed infine la voce: un growl cupo e così gutturale da non riuscire a distinguere una sola sillaba. Mai udito nulla di più demoniaco.

Inutile soffermarsi sui singoli brani; mi basta segnalare il titolo di uno di loro "Splattered". Questi sono i Mortician: una band che non conosce mezze misure e che ha poi proseguito una lunga carriera allo stesso modo, senza mai una minima concessione al loro approccio totalmente efferato e brutale. O la si adora, come nel mio caso, o la si odia.

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