Altra realtà elettronizzante della Tedeschia che ti cattura nel modo più imminente.

I ventenni dei Novanta avevano come base i Can e i Neu, mica come ora che al massimo sanno chi è Aphex Twin o Squarepusher (e dici niente..)

Quel "Vulvaland" del lontano '94 è anche troppo maturo e lungimirante per il tempo. Ancora adesso non si è riusciti a superare la bellezza di questi lavori d'antan. E chi ce la fa..magari si ha partorito gente come SBTRKT, Four Tet, Burial e Moderat, ma non c'è niente da fare.

Ogni decade ha la propria sensibilità, il proprio tatto. E anche i fine Novanta risentono tremendamente di quell'influenza afrofunky/Eno/kraut. Oggi se persisti su questa concezione vintage fai automaticamente revival, o comunque ti instauri nell'alone underground.

I successivi "Iaora Tahiti"e "Autoditacker" esplicano una drum'n'bass alla pari con i Seefeel di "Quique". "Twift", "Frosch", "Bib, "Future Dub" e "Saturday Night Worldcup Fieber" sono gli apici fino al '97, ovvero la fase d'oro prima dell'ultimo sussulto con "Distroia" di "Niun Niggung".

Nell'anno che conclude il periodo più alto del combo esce l'EP "Cache Coeur Naif".

Successone epocale con la titletrack, dove vediamo presenti Mary Hansen e Laetitia Sadier degli Stereolab. Il gruppo giusto nel momento giusto nel pezzo giusto.

Si vede dialogare una cantilena sonnolenta intrisa di zuccherata psichedelia con gli acquarelli elettronici più celestiali. Una strimpellata da Belle Epoque catapultata in un rave gentile e gioviale. Le angeliche voci delle Stereolab sono aggraziate dal testo in francese, con impeccabili linee melodiche alla pari di una Fraser o di una Thorn.

E sensazionale è la struttura delle seguenti tracce.

"Glim" e "Lazergum" sono dei cocktail electro/lounge che aprono la strada di sicuro agli Air di "Moon Safari". "Schnick Schnack" è una digressione IDM maggiormente propensa a delle riflessioni ambient. Per il percorso formativo degli amanti della chill out è altamente consigliabile e digeribile.

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