Poetici Mum! Delicati, eterei, impalpabili e soprattutto fiabeschi.

La fiaba è contemporanea però, e con il loro minimalismo i Mum non sono mai convenzionali. L'orchestrazione tradizionale con tanto di fisarmonica è accompagnata da suoni sperimentali in un contesto che privilegia la musicalità. Dall'Islanda di Sigur Ròs, a lui rimandano la rottura degli schemi musicali, il trascinamento delle note e la creazione di un'atmosfera fluida e sospesa dal fraseggio interessante. E dell'islandese Bjork, ricordano un modo di cantare unico.

Quando ascolti i Mum la prima volta ti chiedi : "Ma chi canta? Una donna, un bambino, un elfo, la fatina delle nevi, un alieno timido che vuol fare amicizia con te?" Sono a turno le gemelline Gyda e Kristin Anna Valtisdòttir (Gyda ha lasciato il gruppo nel 2002 per studiare violoncello al Conservatorio) dal timbro delicato e volutamente sommesso e dall'impostazione della voce sognante che sembra vogliano sussurrarti un bel segreto nell'orecchio. Cantano in inglese ma raramente si capiscono le parole, non tanto per il loro accento quanto per il fatto che la voce emerge appena dall'insieme. Canto sereno e che cattura. La bellissima "Green Grass of Tunnel" parte con campanellini e dolci suoni in lontananza: staranno per arrivare le renne di Babbo Natale? Si unisce la tastiera elettronica, accompagnata da un tipo di percussione che ricorda il suono di zoccoli di cavallo, per poi diventare accompagnamento di batteria tradizionale ma discreto. Ed ecco che il brano acquista corpo con la voce misteriosa di Gyda sulla melodia semplice e suadente. Nel finale dai suoni aspirati ti ritrovi a provare per lei una gran tenerezza e un sorrisino ti spunta in volto.

Segue "We have a Map of the Piano": di nuovo, un po' più vivaci, gli zoccoli di cavallo, o forse sono nacchere, e il motivetto della tastiera che introduce la voce stranissima di Gyda. La fisarmonica si inserisce sul refrain e il tutto ti porta in una dimensione ovattata lontana anni luce dalla stanza dove sei. "Finally We Are No One" strumentale, è lenta e trascinata, e al pari della seguente "The Land between Solar Systems" decisamente ipnotica. Quest'ultimo brano, di quasi 12 minuti, consiste in pochissime frasi musicali ripetute, arricchite dalla variazione dell'accompagnamento strumentale e dalla voce che da' a questo pezzo in particolare il sapore di una nenia, di una storia di luoghi e tempi lontani musicata.

Non tutti i brani dell'album sono alla stessa altezza e per questo il mio voto non è il massimo; tuttavia nulla viene ad intaccare la piacevolezza e il senso di rilassamento provocato dal quasi-drone della musica dei Mum. Leggendo alcune recensioni in inglese gli aggettivi che ho trovato sono "magical, beautiful, haunting, dreamy, evocative, playful, calming, unique "; la loro musica mostra "an impressive melodic sense" accompagnandoti in un "dreamy and evocative journey".

Nel primo album dei Mum, intitolato "Yesterday Was Dramatic, Today is ok", del 2000, che li rese noti, la sperimentazione prevale sulla ricerca della melodia, mentre in questo e nell'ugualmente bellissimo "Summer Make Good" del 2004, scritto durante un soggiorno nella casa di un guardiano di un faro abbandonato sulla remota costa nord-occidentale dell'Islanda e inciso nel giro di sette settimane in un'altra casa di guardiano di faro abbandonato, l'utilizzo di suoni sperimentali è al servizio della musica intesa in senso tradizionale e tuttavia particolarissima.

Elenco tracce testi samples e video

01   Sleep/Swim (00:50)

02   Green Grass of Tunnel (04:51)

Down from my ceiling
Drips great noise.
It drips on my head through a hole in the roof

Behind these two hills here
There's a pool

And when I'm swimming
In through a tunnel
I shut my eyes

Inside their cabin
I make sounds
In through the tubes I send this noise.

Behind these two hills here
Fall asleep
And when i float in
Green grass of tunnel
It flows back

Down from my ceiling
Drips great noise
It drips on my head through a hole in the roof

Behind these two hills here
There's a pool

And when i'm swimming
In through a tunnel
I shut my eyes

03   We Have a Map of the Piano (05:19)

Please don't flow so fast
You little mountain hum
I'll take a bottle down to you

Please don't flow this fast
You hold a little hum
I'll bottle sounds just me for you

Please don't flow so fast
You little mountain din
I'll bottle piano sounds from you

Please don't flow so fast
You little mountain noise
I'll close my eyes and bite your tongue

04   Don't Be Afraid, You Have Just Got Your Eyes Closed (05:43)

05   Behind Two Hills,,,,a Swimmingpool (01:08)

06   K/Half Noise (08:41)

Instrumental

07   Now There's That Fear Again (03:56)

Jump of the bridge on our bikes
Float down stream to us
Float down stream to us
Hang onto the steer
To the steer
Float with the noise
With our bikes
Float down stream
I hang onto my bike
To my bike

08   Faraway Swimmingpool (02:55)

09   I Can't Feel My Hand Any More, It's Alright, Sleep Still (05:40)

10   Finally We Are No One (05:07)

Instrumental

11   The Land Between Solar Systems (11:58)

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Altre recensioni

Di  joser

 Vi stupiranno con l’equilibrio e con l’insieme. Con la sintesi perfetta di sogno e magia.

 Personalmente penso che siano “avanti” rispetto al comune concetto di elettronica.


Di  samterra

 Una splendida cartolina dalla terra dei ghiacci.

 È una melodia timida che incalza senza invadere, sembra quasi chiedere permesso.