Qualche tempo fa leggevo su un sito che a quanto sembra a Napoli non ci sono locali adatti ad ospitare concerti. Questo probabilmente è vero, data la mia esperienza nei club del napoletano posso seriamente affermare che nessuno sia particolarmente valido da permettere al pubblico di poter godere in maniera dignitosa della musica proveniente dal palco, di qualsiasi qualità essa sia.
Un discorso analogo può essere fatto per Pechino, dove nonostante il numero spropositato di club, bar e locali che propongono spettacoli dal vivo, la qualità del suono è quasi sempre pessima, vittima di volumi troppo alti per spazi troppo piccoli, col risultato di un indistinguibile miscuglio del suono dei vari strumenti e delle voci. Spesso in una serata con più band ad esibirsi si ha la sensazione che suonino tutte uguali. E spesso è davvero così. Ma il discorso dell'originalità o meno di molta della musica proposta me lo riservo per un'altra occasione.
Cosciente dunque di questo dato di fatto ieri sera mi sono recato all'ennesimo rock show della primavera pechinese. Il luogo prescelto era lo Star Live, locale in cui esattamente un anno fa i Sonic Youth si sono resi protagonisti di uno show fatto davvero coi piedi, pieni di una boria e di un pressappochismo irritanti ed irrispettosi per gente che aveva sborsato circa 40 Euro (un capitale per un giovane cinese medio) per assistere a stecche, atteggiamenti da rockstar dell'ultima ora e canzoni mutilate o interrotte improvvisamente senza motivo. Tralasciamo.
La star della serata era Muma (??), cantante sulla cresta dell'onda da qualche anno con il suo misto di post-gothic-dark (chi più ne ha più ne metta) rock, il cui ultimo lavoro "The jelly empire" (????) mi aveva davvero colpito in positivo per l'originalità della proposta. Gruppi di spalla un tizio vincitore dell'American Teen Idol cinese (ignoro il nome) ed i Joyside, band della quale ho già da tempo deciso di fare fuori il cantante Bian Yuan (??) per il suo continuo affronto al rock and roll e la sua palese e malriuscita imitazione di Jim Morrison (che omaggerà nel corso della serata con due cover, una inconcludente "Hello, I love you" con la sua band ed una riuscita versione di "When the music's over" in duetto con Muma).
Arrivo con la mia ragazza alle 9.00 in punto, i cancelli sono stati appena aperti e la gente con molta calma comincia ad affollare il locale. Per dare un'idea si può tranquillamente paragonare lo Star Live al teatro Saschall di Firenze, solo un po' più piccolo. Il posto non è grandissimo, ma la prima impressione è che sia vuoto per più della sua metà, fenomeno non insolito da queste parti, sarà perché il rock è visto ancora come qualcosa di pericoloso, sarà perché il biglietto a 10 Euro non ha attirato molte simpatie tra i giovani rockettari.
Il pubblico è diviso tra i fans duri e puri di Muma e Joyside e le sfegatate fans del tipo adolescenziale che poi alla fine tanto male non sarà.
Alle 9.15, per mio sommo dispiacere, salgono sul palco i Joyside. Ubriachi come al solito (non a caso il loro primo album si intitola "Drunk is Beautiful") i nostri sciorinano il loro solito repertorio di rock selvaggi e ballad strappalacrime. Bian Yuan è come al solito stravolto più degli altri, non si accorge che per le prime canzoni la gente non riesce a sentire una beneamata mazza di quello che mormora, preoccupandosi che il cappello a falda larga che lo contraddistingue (e che purtroppo è diventato un must tra i suoi fans come posso notare attorno a me) stia bene in testa. Stavolta l'audio è un po' migliore rispetto a qualche settimana fa, quando purtroppo ho dovuto assistere allo show che festeggiava il loro 4° anno di attività), ma il problema di fondo resta lo stesso: questa band è la peggiore imitazione delle peggiori band britanniche degli ultimi 7-8 anni (leggasi Libertines, Babyshambles, Artic Monkeys......). Il cantato in chinglish è pietoso, i loro abitini impeccabili e le chitarre scintillanti appena uscite dal negozio fa di loro i primi della classe in quanto a fashion style, ma gli ultimi in quanto ad emozioni trasmesse attraverso la loro musica. I pezzi si susseguono tutti uguali, fino alla ballatona commovente dedicata dal ribelle cantante (che la mia ragazza assicura sia identico ad una sua cuginetta) alla nonna morta di recente. Tiro su un accendino come momento ironico, ma vengo frainteso e tutti mi imitano. Il punto più basso della mia carriera.
Finalmente vanno via, ed io sono più contento.
Frattanto mi accorgo che praticamente tutti entrano ed escono dal backstage, per cui decido di lanciarmi anche io. Alla sicurezza assicuro di essere un giornalista di un'importante rivista italiana e lui mi lascia passare. Nei camerini il clima è allegro, per cui mi faccio qualche foto con i ragazzi delle band (Bian Yuan escluso), rubo un paio di birre e torno tra la folla.
Intanto il belloccio ha già attaccato col suo repertorio di dediche all'amore eterno con tanto di supporto rock delle due chitarre al suo fianco. A metà esibizione, provocato dai sostenitori di Muma che lo voglion giù dal palco immediatamente, il tizio si incazza ed afferma che data la maleducazione del pubblico ha deciso di continuare a suonare fino a che non lo avessero cacciato a calci. Il pubblico teme che faccia sul serio e ammutolisce all'istante.
Dopo un altro paio di canzoncine rock all'acqua di rose il caro sconosciuto va via, e tutti tirano un sospiro di sollievo.
Circa 20 minuti dopo una voce dall'altoparlante introduce gli headliner della serata, Muma & Third Party. Il primo a salire sul palco è il chitarrista, con un'acconciatura alla Hendrix ed un completo floreale davvero ridicolo. Muma è esile e dal look piratesco, mi ricorda in maniera impressionante Marc Bolan. Attaccano con alcuni pezzi dell'album che uscirà a breve ma che tutti già conoscono. L'audio è stranamente buono, a parte i volumi delle voci un po' troppo alti. I nuovi pezzi non sono male anche se a mio parere lo stile sta pericolosamente virando verso lidi più commerciali e melodici. Una parte del pubblico non conosce le canzoni, perciò la band comincia a tirare fuori i classici, facendosi consigliare dai fans delle prime file. Anche io sono lì per i classici in effetti, per cui non appena il giovane attacca ___, ___, ___, ____ il locale viene praticamente riempito da un migliaio di voci urlanti, tra cui la mia, unico straniero presente e guardato da tutti con grande curiosità e simpatia. La band ci sa fare davvero, lo spettacolo è coinvolgente ed il feeling col pubblico davvero ottimo. Unica pecca l'invito finale a salire sul palco rivolto a Bian Yuan dei Joyside, per una "When the Music's Over" cantata solamente da me (alla fine in molti mi hanno chiesto che canzone fosse, con mia somma incredulità).
Prima di mezzanotte (in rispetto delle leggi cinesi) tutto è già finito. Mi avvio fuori nella tiepida notte pechinese e me ne torno a casa, felice per aver avuto la possibilità per la prima volta di poter ascoltare un po' di musica in condizioni abbastanza dignitose.
Per questo weekend ne ho abbastanza di chinese rock.
P.s. Se qualcuno fosse interessato ad ascoltare questa o altre band cinesi basta andare sul sito www.verycd.com, inserire il nome della band e scaricare con eMule. Qualcosa non è male, se la si ascolta senza pregiudizi.
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