Sono iscritto a Debaser da aprile '07, più di due anni e mezzo...Eppure non ho mai scritto una recensione prima d'ora. Perchè, chiederete voi (ammesso e non concesso che ve ne freghi qualcosa)? Boh, diciamo che non me la sentivo, tipo i neo-Alcolisti Anonimi alle riunioni che passano sempre il loro turno per dire qualcosa. Ora però sono finalmente qui a scrivere la mia prima recensione per parlare dei Murphy's Law.

La storia di come ho scoperto questo simpatico gruppo (non proprio conosciutissimo) è buffa. Gods of Metal 2008: in una pausa fra un concerto e un altro vagavo per i fornitissimi stand di cd dvd vinili eccetera quando, visto che non sapevo scegliere, ricorro al classico espediente del "cd-a-caso". E cosa vado a pescare, in un mare di Black, Death, Doom, Grindcore, Thrash metal proveniente dall'underground più under? L'unico album punk in circolazione, già. Mi attirava la copertina fumettosa, ecco.

Tornato a casa, metto su il cd misterioso. Dopo una breve intro strumentale, parte la titletrack, tirata e veloce, che ricorda un pò i Red Hot Chili Peppers più punk e cazzoni, quelli del periodo '86/'90 per intenderci, e sulla stessa lunghezza d'onda si muovono le successive "Big Spliff" (più funkeggiante, presenta echi di Jane's Addiction) e la schizzata "Freak Town". Ma non sono solo i beneamati Red Hot le ispirazioni del quartetto newyorkese (nonostante l'album sia stato registrato a Los Angeles): "Ebony and Ivory" (ospite addirittura Angelo Moore dei Fishbone) è una tipica canzone tre minuti-tre accordi alla Ramones; "Did You Play War?", quasi hardcore, ricorda i Bad Religion; "Tight" col suo incedere ska evoca i Clash e i Mano Negra (il tipo di ska-punk che negli anni '90/'00 avrebbe fatto fortuna con gli Ska-P, insomma).

"The Best of Times" è, insomma, un bignamino di punk cazzone e festaiolo, demenziale sì, ma senza mai raggiungere la stupidità. I nostri quattro fattoni non brillano per personalità e originalità nelle 12 canzoni qui presenti (14 considerando l'intro e l'outro "Hemp for Victory"), le loro influenze sono chiare fin dal primo ascolto, ma se le prendiamo per quello che sono si fanno amare.

Un album da mettere alle feste a base di canapa, birra e punk rock, se cercate un'alternativa ai Red Hot.

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