"Schegge di insana follia" è il primo demo dei salernitani My Bad Feelings. Pubblicato nel gennaio 2009, il disco si compone di 4 brani inediti scritti in lingua italiana e saturi di una poesia amara, disillusa e senza fronzoli. Le parole dei nostri incarnano i disagi e i turbamenti dell'uomo in una società marcia e malata in cui il senso di abbandono e la smisurata corsa all'effimero conducono all'abisso e all'irrimediabile miseria dell'esistenza. Le sonorità nervose e malinconiche dell'album sono lo strumento più adeguato su cui poggiare l'enfasi dei testi.

"La poesia di Sara" apre le danze con un arpeggio apparentemente calmo che si abbandona presto all'isteria di un ritornello distorto e compatto intorno al quale gravita la tensione dell'intero brano. "Poesie e sogni di gloria" infranti dal tempo che trascorre inesorabile, un tempo che non dà certezze ma piuttosto pone domande di cui non si prevedono risposte. "Revolver" è il secondo brano e da un suo verso è tratto il titolo del disco. "Inaciditi dalla noia dei nostri tempi.. per un cuore che nutri un cuore ti prendi" è la chiave di lettura di un testo capace di sfogare quel senso di soffocamento che opprime l'essere umano quando non ha stimoli da una società opaca e contraddittoria, quando si sente chiuso in gabbia senza un perchè, quando sa che siamo tutti come rivoltelle pronte a far fuoco. La musica si divide tra nevrotici cambi di tempo che non disdegnano momenti di stasi come nei ritornelli, ben curati ed evocativi.

Si prosegue con "L' eco" e il suo vortice sonoro, tra denuncia e provocazione, al limite della sopportazione. "Io sono la scommessa che non hai mai vinto, io sono l'eco di ogni bieco fallimento" è il verso che simboleggia il tono provocatorio che sembra alludere alle divisioni classiste della società odierna, fatta di vincitori e vinti. Le chitarre sono rapide, taglienti e totalmente sature a supporto di una voce forte e decisa, mentre la sezione ritmica svolge i suoi compiti in modo impeccabile. "Fabula" chiude le danze nel migliore dei modi, a partire dall'intro di chitarra ad alto tasso melodico che proietta l'ascoltatore in quello che è il brano più lungo e sensazionale di quest'opera prima. Una fiaba nera, se vogliamo, che accende i riflettori sulla parte più intima del gruppo e del suo frontman, tra le debolezze di un cuore alle prese con i crimini d'amore e i respiri affannosi di chi non riesce ad accettare una realtà diversa da quella desiderata. Non una canzone d'amore, ma uno sfogo personale dal sapore tenue e poetico quanto basta per emozionare chi ascolta. Il finale è una bella trovata, di quelle che non ti aspetti, e alla band va anche questo piccolo merito.

"Schegge di insana follia" è un'opera prima da non sottovalutare, una miscellanea di tensione, rock e poesia dettate con passione ed onestà. Non resta che attendere il prossimo disco. Auguri ragazzi!

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