La prima volta che una persona non conoscente dei Naked City e della loro musica vede questo cd non può venirgli in mente altro che un gruppo GORE-GRIND-METAL-SLUDGE-CORE.
Invece sbaglia di grosso. Si sta per imbattere in uno degli infiniti capolavori di John Zorn, artista, sassofonista, compositore, direttore newyorkese. Parliamo di Zorn. Zorn comincia a comporre nel '73, all'età di 19 anni. Da lì, un'infinita serie di dimostrazioni della sua libertà di movimento all'interno della musica e dell'arte senza precedenti. E tutt'ora, a 50 anni suonati, non smette di stupire.
Tornando a Grand Guignol, terzo episodio dei Naked City, la copertina presenta in fronte una vera testa umana posizionata e sezionata in un piatto, mentre nel retro è presente un mucchietto di gambe mutilate. Bene, ora ascoltiamolo.
Tutte le canzoni sono composte da Zorn stesso, e si comincia con le prime 6 tracce, sotto il titolo appunto Grand Guignol e con i rispettivi sottotitoli. Trattasi di opere classiche e liturgiche riproposte in chiave Zorn composte da accenni di chitarre pulite, sax, piano elettrico e batteria.
Materiale meditativo, che rimanda al 1897 a Parigi, nel teatro Grand Guignol, che spargeva terrore in quegli anni. Le 6 tracce sono lunghe (il giusto ovviamente), lente e soffocanti, e credo di avervi dato l'idea. Poi partono dalla traccia 9 alla 41 (q-u-a-r-a-n-t-u-n-o) schegge violente e assassine di una potenza inaudita.
Rullate infinite, caos apparente, pause, urla di Eye (Boredoms), jazz, grind e ancora urla ma di Sax sta volta.
La si può definire così: Blasting Insanity. Schegge con titoli estremi: Jazz Snob: Eat Shit, Thrash Jazz Assassin, Blood is Thin...
Titoli che si potevano permettere solo gruppi alla Cannibal Corpse. Ma Zorn può farlo. E' John Zorn.
Line up sempre la stessa: Wayne Horvitz (keyboards), Bill Frisell (guitar), Fred Frith (bass), Joey Baron (drums), John Zorn (saxophone), Yamatsuka Eye (vocals). Questo è ovviamente il Naked City che più mi aggrada: meditativo, lento, poi velocissimo, cattivo, insano, LIBERO.
Cioè la cosa che più mi stupisce è che Zorn, conosciuto ad un concerto della sua serie COBRA, mi è apparso uno tra i musicisti più solari e simpatici mai visti.
E questo fa di lui un eroe. Riesce ad esplorare mondi incestuosi, lavorarci su e come niente fosse ritirarsi fuori e restare sempre e solo il Genio che è sempre stato.
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Di macaco
Naked City entra nella mente di un schizofrenico che si prepara per uccidere, compie l’atto con tutta la sua furia.
Sono quasi diciotto minuti di viaggio nell’orrore, uno dei pezzi più belli dei Naked City.