Nell'ultimo mese ho fatto una scoperta interessante, ossia i NAPA, una band di Madeira, in Portogallo, che tendenzialmente è nota solo li... approfondendo la mia conoscenza e leggendo quel poco che si trova di loro (un singolo articolo di si e no 200 parole) hanno tanta esperienza, ma il grande pubblico portoghese li ha conosciuti solo quest'anno con la vittoria del Festival da Cançaõ (Il Sanremo portoghese per intenderci). Questo è un elemento importante perchè io effettivamente li ho conosciuti grazie all'Eurovision, al quale partecipano in virtù del trionfo nazionale. Dopo 33 tracce che chiamare schifose è un insulto per lo schifo, è spiccata "Deslocado", proprio dei NAPA. È giusto puntualizzare che in quella melma fangosa ci voleva poco per fare emergere il brano, ma questo non toglie che sia davvero un bel brano, rispecchia esattamente il sentimento e lo stile che io cerco in una canzone. Purtroppo è successivo rispetto all'album di cui a questa recensione, però non possiamo non tenerne conto, sia per la sua bellezza, sia perchè è l'ultimo tassello di una band in divenire e che con l'esperienza tende a migliorare (raffrontando anche il primo album con il secondo, ossia questo, "Logo Se Vê").

Ma perché mi ha colpito? Partiamo dal presupposto che sono un affezzionatissimo amante del Portogallo in tutte le sue sfaccettature, la cultura, il cibo, la saudade, la musica... i NAPA hanno questa fantastica propensione a portate in qualche modo la tradizione folkloristica del Fado (più o meno, diciamo più per gli argomenti di cui parlano che per la musica, anche devo dire richiamano molto la semplicità dell'impatto strumentale) alla vista ed alle orecchie di tutta europa. Non dico ovviamente che abbiamo conquistato l'Europa, nemmeno il Portogallo alla fine, però qualche piccolo invasato come me può apprezzare parecchio la scelta stilistica ed ideologica che risiede dietro il gruppo: hanno avuto infatti la geniale idea di dare in sposa la saudade portoghese all'Indie Rock, genere che di suo è molto malinconico e sommesso, ma che allo stesso tempo è molto energico, come una sorta di rivalsa dal peso del mondo che li sommette. Devo dire... è una commistione che sta davvero bene, ed unita al tema tipico del Fado, ossia l'amore per la propria terra che in qualche modo si è dovuta lasciare ma che si piange ogni notte cantandone le lodi, crea qualcosa di speciale. Alla fine non è nulla di diverso rispetto ai Fontaines D.C. con Dublino e tutto ciò che ne consegue, il tema è quello in sostanza, solo che esprimerlo con un Post Punk gaelico è diverso dalla saudade portoghese.

Riguardo l'album sono stato indeciso fino all'ultimo se parlare di "Logo Se Vê" o "Senso Comum" (primo album della band), e nonostante dovesse essere solo un'espediente per parlare di "Deslocado" e della band, mi sono ritrovato con molti più pensieri di quanti immaginassi.

Perchè è vero, ho scelto "Logo Se Vê", però "Senso Comum" indirizza la via. Infatti nel più recente la vena Indie Rock si sente leggermente meno rispetto al primo dove lo spirito malinconico energico emerge, è come se nel tempo si fossero un pò riavvicinati alla tradizione portoghese abbandonando il "modello internazionale" e strizzando l'occhio al Romantic Pop più che all'Indie Rock al quale si ispirano (arrivando poi ad un compromesso perfetto con "Deslocado", che unisce le due anime andando a creare la loro singolare personalità, senza isprirarsi più a nessuno).

Dell'album in analisi mi ha spiazzato "Gigantes"... l'ho citato prima, ma non so se avete presente il Fado... in breve: sono dei canti popolari che si compongono di sola voce, chitarra e chitarra portoghese, che raccontano un amore per la propria terra impregnato di struggente malinconia (non tanto diversi dai canti popolari del sud Italia, solo meno allegri e scanzonati). Ecco, ho sempre pensato che il Fado avesse del potenziale verso il grande pubblico e che quello classico fosse fin troppo folkroistico, mentre le sue trasposizioni in musica moderna lo banalizzassero eccessivamente senza trasmettere alcuna emozione. In "Gigantes" ho trovato, dopo una lunga ricerca, il giusto compromesso adatto alla mia sensibilità. Si arricchisce rispetto al Fado ovviamente, si erge su una fantastica melodia di pianoforte (stile Gymnopèdie) cullata in un arrangiamento molto orchestrale di archi, sui quali volteggiano la voci del cantante dei NAPA (João Guilherme) e Beatriz Pessoa, con grazia e delicatezza, alternandosi come una fantastica treccia colorata, ma catturata in bianco e nero da una Polaroid. Questo brano rappresenta la loro anima Romantic Pop, l'elemento più Arctic Monkeys dell'Indie Rock invece lo troviamo nei brani successivi come "Todos Os Loucos" (settore percussioni molto simile a "Do Me a Favour" dei Britannici), "Monte De Nada" ed in altri brani come "Na Lua" del primo album "Senso Comum".

P.s. immaginate le canzoni degli Arctic cantate in PORTOGHESE, ma ragazzi è fantastico... strano... ma fantastico.

Insomma sono un gruppo molto tradizionale ma con uno sguardo verso il grande pubblico, che pian piano sta evolvendo, trovando quel giusto compromesso per onorare le proprie radici dandogli una lettura diversa e legata all'intero "senso comum" musicale europeo.

E nel 2025 esce il terzo album...

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