Con i Negator si aggiunge una nuova band di origine tedesca a quelle già presenti nell'ambito del Black Metal, ma di ciò non possiamo che essere contenti perchè questi nuovi ragazzi il Black Metal lo suonano bene.

Il Cd esce per la Remedy Records etichetta che così si avvicina al sottogenere grazie ai quattro tedeschi e che dimostra di avere un buon fiuto nel trovare nuovi talenti. "Old Black" non dice tutto riguardo al contenuto dell'album e riguardo il pensiero dei musicisti che gli hanno dato vita così abilmente. In effetti ci troviamo di fronte ad un Black Metal che spazia da riffs marci e oscuri, a momenti più rapidi e freddi, infine ad atmosfere influenzate fortemente dalla visione appartenuta ai "Decadentisti".

La batteria mostra un carattere impressionante, non scossa di una virgola di fronte ai numerosi cambi di tempo e di tematiche sonore, va avanti adattandosi alla perfezione in ogni circostanza, in ogni più piccola variazione. Il basso idem si fa sentire con forti sferzate, ricordando il passato e quei gruppi Black padri dei sounds moderni in cui sembrano prevalere le chitarre (nulla in contrario peraltro, NDA); è sempre il basso che accompagna così vigorosamente la batteria, come due macchine da guerra che tutto travolgono al loro passaggio.

L'album si evoluisce in note sempre più lugubri, in melodie particolari e talvolta austere, frutto di un riffing dotato di una notevole espressività. Come detto è l'ispirazione decadentista l'elemento innovatore di questo primo Full-lenght da parte dei Negator, è essa che evidentemente rende ancora più interessante e coinvolgente l'intera opera. In questo modo vi è nelle atmosfere, nel "gusto" che si prova saggiando ogni composizione e nel risultato finale uno sguardo proteso verso un nuovo futuro, non solo un'occhio che guarda ammirato verso anni addietro così belli e ricchi, ma che come dice la parola stessa sono il "passato" e non possono sempre rivivere noiosamente con gli stessi elementi. I Negator questo l'hanno capito e saggiamente hanno evitato una semplice rilettura di ciò che furono bands tipo i Mayhem o gli svedesi Dawn usando un Black Metal vecchio stile, ma che presenta numerose innovazioni.

Si parte senza paure nè timori con "Science Of Nihil" che come è espresso nel nome rischia di lasciare "annichiliti" gli ascoltatori con la sua partenza rapidissima e grezza, per poi fermarsi dopo alcuni minuti a pensare, ma per poco, infatti una batteria infuriata annuncia il ritorno della distruzione, tale da non far ricrescere l'erba al suo passaggio come si dice accadesse dopo il passaggio di Attila. E non è finita qui, "Free Bird" e "Der Infanterist" sono in agguato dietro l'angolo, emergono altra violenza compositiva e altra glacialità impressionanti che tutto occupano, compresa la nostra mente lasciando in noi momenti di irrequietezza e potenza.
Il punto di svolta arriva con l'intermezzo chiamato "Interludium" un pezzo strumentale della durata di un minuto che fa presagire con il suo stile quasi gotico un cambio di spazio e tempo. E puntualmente avviene tutto ciò che era stato preannunciato, "Katharsis" si presenta a noi come "Il pezzo decadente" per eccellenza, il cambio di atmosfera è quindi avventuto. La sensazione di qualcosa di morente e il negativismo fuoriescono descrivendoci un fiore che appassisce e pian piano si accascia al suolo privo di linfa. È il momento delle innovazioni al tradizionale sound del passato e "Vernuft 1.0" è talmente particolare nei suoi sistematici cambi di ritmo e di riffs da risultare un brano affascinante, soprattutto nel finale che scende veloce e lento al tempo stesso.

Passiamo a "In The Unholy Halls Of Eternal" penultima song del cd e canzone particolare tanto quanto la precedente, con gli stessi cambi di ritmo dettati da una batteria perfettamente in sintonia con gli altri strumenti. Lo screaming di Nachtgarm si incastra in modo sublime nel tutto, uno screaming nè troppo violento quindi fuori luogo, nè straziante altrettanto fuori luogo. Tutte le cose però hanno una fine e anche l'album ha la sua, ma come concludere in maniera migliore se non con "Renegation". Già "rinnegazione", il pezzo più melodico e lento di tutto il Cd, capace anche di sferzate velocissime ed improvvise. Le melodie incantatrici hanno la meglio, ma certe accelerazioni della solita grande batteria emergono ad interrompere quella malinconica quiete creata precedentemente da una chitarra assai ispirata. Il pezzo ad un certo punto trova il suo culmine in velocità, per poi discendere grazie ad un ritornello finale che diventa espressione dell'intero album.

Mi trovo così a consigliare l'ascolto di questi musicisti, i Negator, ottimi nell'esprimere un certo coinvolgimento e una determinata dose di sensazioni nel loro lavoro che spazia veramente numerosi campi del Black Metal, nuovi e vecchi.

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