Torniamo indietro di qualche anno... siamo nel 2003. In provincia di Lecce, una band muove i primi passi nel circuito musicale alternativo, soprattutto grazie alle numerose esibizioni live nei locali e pub della zona. Il grande passo avviene durante il primo Coca Cola Live@Mtv, dove i sei musicisti riescono ad affermarsi nel circuito mainstream aprendo il concerto. 

Ora dimenticate La Finestra, la Sugar, Sanremo, il concerto di San Siro... questi erano i Negramaro allora, prima dell'arrivo del successo nazionale. Il loro omonimo album d'esordio, uscito nel medesimo anno, è forse uno dei loro lavori più riusciti, ma sicuramente il più genuino. Essendo autoprodotto, non vi è la presenza di Corrado Rustici, che qualche anno dopo farà uno scempio con i suoi forzati arrangiamenti un po' pop ed un po' rock (insomma una via di mezzo). Il disco probabilmente è conosciuto da pochi, perché spesso nella discografia della band salentina non è quasi mai menzionato. Questo perché molti credono che il loro vero esordio vi sia stato l'anno dopo con 000577 (che contiene la maggior parte delle canzoni presenti in "Negramaro", ma con arrangiamenti diversi): un errore madornale. 
Il sound, anche se acerbo, è sicuramente più duro. Le chitarre sono graffianti e sporche, i suoni più grezzi. La voce meno acuta del solito e diversamente da come la conosciamo di un giovane Giuliano Sangiorgi crea un giusto equilibrio con il sound che rende quest'album unico. Si parte con "Es-senza", composta da un bel riff di chitarra iniziale, mentre la batteria fa davvero un grande lavoro. La voce è aggressiva e forte, in un grande crescendo di emozioni. "Solo" ci mostra la parte più "melodica" della band; la sei corde è onnipresente, ma la melodia scende giù di tono, rendendo questo pezzo abbastanza orrecchiabile. Si ritorna di nuovo su canoni più forti con "Apnea", aperta dalle potenti percurcussioni. Inoltre compare per la prima volta nell'album l'elettronica, che troveremo anche nei seguenti lavori; proprio l'uso frequente di questi strumenti all'interno del brano lo rendono molto simile ai primi lavori dei Muse (quelli di Origin Of Simmetry). "Come Sempre" invece è una splendida ballata che ricorda molto "Shiver", primo singolo dei Coldplay. Il brano è uno dei migliori del disco, tant'è vero che una versione leggermente diversa (quella più soft di 000577) fu scelta dalla RAI per celebrare i suoi 50 anni. Quinta traccia è "Zanzare", un misto di suoni graffianti e di sintetizzatori (Sangiorgi adopera anche l'effetto di voce distorta) mentre "Evidentemente" è una malinconica canzone per chitarra acustica. La struggente ed incalzante "Genova22" ci riporta un po' alla vecchia musica cantautorale italiana: la vera perla dell'album. "Mono" ruota invece su un piccolo intermezzo psichedelico alla tastiera, accompagnato dalla chitarra graffiante e dal ritmo dei tamburi. Da brividi "Si è fermato il tempo", probabilmente il picco più alto del cd: composta principalmente da una melodia di Oasisiana memoria, la canzone raggiunge a tratti di nuovo quel pizzico di psichedelia presente nella traccia precedente, ma il canone di esecuzione è decisamente diverso: qui tutto è a mille. "K-Money" viene introdotta da uno strano rumore di voci, per poi sancire di nuovo il ritorno all'elettronica; bello il breve assolo di chitarra al centro del pezzo. "Gommapiuma", brano innovativo che vede l'aggiunta dei fiati (non ci crederete, ma è così), lascia poi spazio alla bella strumentale "Notturno" che chiude il disco.

Fa rabbia pensare cosa avrebbe potuto fare la band se avesse seguito la strada tracciata da quest'album, che rimane indubbiamente uno dei migliori, anche se conosciuto da pochissimi. Non ho niente da dire sugli album seguenti ("Mentre tutto Scorre" e "La Finestra" sarebbero stati degli ottimi lavori senza qualche scivolone, mentre per fortuna "San Siro Live" e "Casa 69" hanno sancito un forte ritorno alle origini) ma, sapete com'è, c'è un detto che dice: "La ricchezza è una buona serva, ma è la peggiore delle amanti".

A buon intenditore poche parole. 

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