Continua la mia crociata alla ricerca di un trittico quasi impossibile: buona musica gratis e ben organizzata.

Stavolta sono all'Idroscalo dove si esibiscono i Negrita, all'interno dell'iniziativa "Idroscalo in Festa" che per tutta l'estate vedrà la "spiaggia dei milanesi" al centro di un vortice di festivals, cabaret, concerti e "aggregazioni" varie, per la maggior parte gratuite. La serata inizia all'insegna dell'afa e dell'umidità totali, il fronte palco è sufficientemente gremito, la gente è carica e ha voglia di divertirsi.

Entrando incrocio la macchina con dentro Pau, Drigo e soci, il concerto inizia con quella oretta accademica di ritardo, ma ci sta tutto. Negrita: nome che da un pò di anni si accompagna alla didascalia: "rock italiano" e anche questo ci sta tutto. O meglio, ci stava fino a che gli aretini non sono rimasti folgorati sulla via di Damasco, o meglio di Salvador de Bahia. La svolta etnico brasiliana di "L'uomo sogna di volare" ha lasciato perplessi in molti, io per prima che l'ho snobbato dopo un solo ascolto.
Questa sera, invece, Pau lo presenta come un inciso, usando termini impropri direi "incidente di percorso". I Negrita sono ancora inconfondibilmente ROCK e i pezzi dell'ultimo album, riarrangiati in stile "Reset" acquistano un altra luce. Vengono proposti "Destinati a perdersi", "Greta", "Alzati Teresa" e ovviamente "Rotolando verso sud", ma poche chitarre acustiche e tante tante elettriche.

Il pubblico gradisce, balla e canta, il palco è grande e le luci seguono bene il ritmo, il suono è ottimo anche per chi sta dietro. Molto bene, penso, mentre Pau snocciola uno a uno i grandi successi, con quel "qualcosa" in più. Quel qualcosa, realizzo a metà serata, è il percussionista brasiliano che li accompagna, non relegato ad ovvia guest nei brani nuovi ma anzi coinvolto, e direi ottimamente, anche nel proporre le vecchie hit.
Se non fosse un parolone scomoderei il termine crossover: me ne accorgo quando "Magnolia" (con dedica di Pau all'altra metà del cielo) diventa una sensuale bossanova e "A modo mio" quasi un'allegra samba. Dopo aver trasformato il rock in ritmi caraibici stasera succede il contrario: le percussioni brasileire si insinuano nei giri di basso di "Transalcolico" e nei riff di "Sex".

Non manca il momento acustico, con "Ho imparato a sognare" (un pò triste l'associazione mentale a Aldo, Giovanni e Giacomo, oddio, guardo troppa tv!!!) e l'intensissima "Hemingway" accompagnata da accendini e cori. Dura poco, si torna al rock e all'imperdibile "In ogni atomo" cantata a gran voce. Così via fino ai bis, con una versione tiratissima di "Mama maè" a concludere in bellezza.
L'intero concerto è stato ripreso, il sito ufficiale riporta che ne sarà tratto un dvd. Beh non male come idea, dal momento che i presupposti per una grande serata di musica c'erano tutti e non sono stati affatto delusi. Lezioncina ai signori del Cornetto che hanno fatto proprio una figura da peracottari nazionali quest'anno (sapendo anche delle vicende napoletane)... fare musica GRATIS e farla BENE si deve e si può, anche senza sponsor altisonanti e alla fin fine inutili.

Rivedo la macchina del gruppo all'uscita, i ragazzi fumano stravaccati all'interno... urlo "ciao Pau" e lui mi fa cenno con la manina, ma cazzo... dopo averlo visto ballare per quasi due ore.... qualcuno dovrebbe dirglielo che ha rischiato la violenza sessuale... e altro che Marlboro dopo l'amplesso!!!!

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