I Negrita sono una delle migliori realtà della scena pop rock italiana degli ultimi anni.
Prima della deriva "sudamericana" dell'ultimo album, la band aretina ha pubblicato alcuni dischi veramente interessanti, tra i quali spiccano "XXX", "Radio Zombie" e questo "Negrita".
Uscito nel 1994, ci mostra il lato più aggressivo del gruppo, con un rock-blues dalle striature funky caratterizzato da testi piuttosto diretti, che risultano essere molto diversi nello stile da quelli degli album che seguiranno. Il primo brano è di quelli che fanno letteralmente saltare dalla sedia: la mitica "Cambio", senz'altro una delle canzoni più significative prodotte in Italia negli anni '90.
Migliore inizio non ci poteva essere e a tenere alto il livello ci pensano episodi come "Angelo Ribelle", tributo al leggendario Robert Johnson, bluesman che, secondo una delle storie più famose negli ambienti musicali, vendette l'anima al diavolo in cambio di un formidabile talento chitarristico e "Militare", atto di accusa nei confronti della naja; altrettanto meritevoli la suggestiva ballata "Lontani dal mondo", "Peace Frog", cover non banale del celebre brano dei Doors e l'inno autocelebrativo "Ehi! Negrita".
L'album risulta essere grezzo al punto giusto, omogeneo e capace di alternare momenti tirati ad altri più rilassati. Senza ombra di dubbio un ottimo esordio per una band alla quale non mancano talento e gusto musicale.
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