1986: Neil Young ci aveva già deliziati con il country conservatore di Old Ways, il rockabilly di Everybody's Rockin', l'elettro-Trans, Re-ac-tor e così via... Ormai anche il fan più indulgente si attendeva una nuova pazzia, e infatti ecco puntualmente questo Landing On Water.
Può essere inteso un pò come la parodia del genere pop-rock che tanto imperversava nel periodo e sopratutto come uno scherzetto a quel fastidioso David Geffen, cui Young doveva onorare il contratto con ancora 2 album. Dopo il flop commerciale di Everybody's Rockin'e la conseguente querelle legale, tra i due non correva buon sangue, d'altronde il Nostro ha fatto di tutto per non essere un "bravo ragazzo" durante i cinque anni Geffen, evitando con cura (come abbiamo visto) di non sfornare album di successo con la collaudata formula harvestiana (che era il motivo per cui David lo aveva scritturato).
Veniamo a noi. Si aprono le danze con la sincopata Weight Of The World, uno dei brani più accettabili. Qui, come più avanti, c'è la melodia scanzonata ma un testo malinconico, se è vero che "I dropped the weight of the world" poi però si ribadisce il tipico concetto "I was alone for all of my life". Violent Side parte con base pop per regalarci dei coretti del San Francisco Boys Chorus come ritornello trascinante in pieno Aor (adult oriented Rock). Nel mezzo un assolo spavaldo e per questo, per chi conosce bene Neil, volutamente ridicolo. Un paragone valido è con gli esperimenti transgenici del Wall floydiano (sopratutto le parodie Young Lust e Run Like Hell). "Got to fight to control the violent side /Every day and night": putroppo stavolta non ce l'hai fatta. Hippie Dream, pieno pop-rock, è un viaggio nostalgico nelle illusioni dei wonderful 60's ma forse in verità è l'ennesima tirata agli amiconi Crosby, Still e Nash.
Bad News Beat, musichetta allegra da autoscontri proto-dance per un tema triste (la separazione). Touch The Night, hard-rock pataccaro o Aor, anche qui torna in aiuto il coro di prima, menzione d'onore per le vocine (uuuh-ahhhh). People On The Street, synth-pop pacato e per questo onesto, inizia qui il beat scatenato di Steve Jordan che prosegue in Hard Luck Stories, dal ritornello arioso e Van-Haleniano (e tutto sommato divertente: "Don't tell me hard luck stories/ And I won't tell you mine").
Le canzoni di chiusura rivelano la pochezza, parte fondante del DNA di molto pop e rock di quegli anni, dopo pochi secondi di ascolto. Chitarre più sostenute su I Got A Problem, noiosa la oppressiva Pressure e infine Drifter la più completa con lunghe parti strumentali artificiali. Se non altro, in particolare queste due, nei testi rivelano il pessimo stato d'animo dell'artista.
Questi sono gli anni '80: singoli creati velocemente per consumarsi come un panino al supermercato di MTV, assoli smargiassi, batteria registrata e martellante, rumori e vocine varie di abbellimento, strumenti artificiosi con suoni ricreati al computer, il tutto in composizioni debolissime ed approssimative per la gioia dei produttori e dei fugaci consumatori. Ovvio che i grandi artisti "classici" come Young (ma anche Dylan,Reed ecc..) siano rimasti in stato confusionale davanti a tutto ciò, restando spiazzati e mostrandolo nei dischi che pubblicavano.
Landing On Water è solo per appassionati Younghiani oppure per chi ama i fantastici anni 80 (con l'avvertenza: qui non si deve essere presi sul serio!), insieme al degno successore Life (lievemente migliore se non altro per il ritono dei Crazy Horse, che però non rimuoveranno del tutto la "plastica") è uno dei candidati all'ambito titolo di peggiore disco di Neil Young.
Ma ricordate: c'è sempre un motivo, dietro ogni minima nota, che muove la vecchia volpe canadese.....
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