E la velina bruna?

Tra lustrini, rossetti, lacche e ombretti che riempivano i beauty case delle pop star degli anni '80 quello dei gemelli Gunnar e Matthew Nelson rappresenta un caso più unico che raro: due perfette gocce d'acqua, due chiome bionde lisce come spaghetti, sguardo provocante da trombatori di feste liceali e collana tamarra ad esaltare il petto glabro. Ma voi immaginereste due tipi così nei nostri licei? Quanto tempo passerebbe prima che diventino gli zimbelli di tutti i bulli dell'istituto? Ma gli americani sono strani e, probabilmente, i due saranno stati benedetti da pin up e modelle mozzafiato, avranno avuto l'ammirazione dei loro compagni di classe oltre ad aver messo in cassaforte un bel po' di soldi con i milioni di copie che ha venduto questo "After the rain". E sì, perché saranno anche da prendere a pernacchie e da attaccare i chewingum tra i capelli, ma quando si mettono al microfono bisogna dare atto che il loro AOR cristallino e ipermelodico merita applausi e standing ovation.

Figli del cantante rock n'roll Ricky Nelson, tragicamente scomparso nel 1985, ereditano dal padre una concezione della musica fatta di spensieratezza, giorni passati in spiaggia a divertirsi ed il dolce far niente, ma con un approccio musicale che miscela il pop con l'energia chitarristica tipica dell'hard rock.

C'è poco da fare, questo "After the rain" è un gioiello di melodia e cori pompati da squarciare la gola, un caposaldo del rock melodico degno di posare sugli scaffali al fianco di classici come "New Jersey" dei Bon Jovi o "Hysteria" dei Def Leppard.

Siamo nel 1990, il grunge ancora doveva avere gli effetti devastanti che tutti sappiamo ed il rock adulto era la maggiore fonte di  entrata per le case discografiche. Le grandi major mettevano a disposizione delle bands delle produzioni faraoniche, i migliori studi di registrazione, senza badare a spese, tanto si era sicuri che il tornaconto economico sarebbe stato di gran lunga superiore agli esborsi iniziali. Un grande disco AOR non poteva prescindere da una megaproduzione e "After the rain" è da infarto tanto sono puliti e cristallini i suoni, gli arrangiamenti cromati, gli eccellenti musicisti presenti (tra tutti il chitarrista rock/fusion Brett Garsed ed il batterista Bobby Rock). Insomma la Geffen Records non bada a spese ed i risultati si vedono:

"(Can't Live Without Your) Love and Affection", il loro brano più di successo, ammalia con il suo arpeggio iniziale per poi esplodere nel ritornello, cantato all'unisono dai due fratelli. Ma la title track, "Bits and Pieces", "More than ever" e qualsiasi altro dei dieci brani presenti è da manuale del genere: pulite, dirette, quasi subliminalmente entrano nella testa e non ne escono più. Più di un tributo i due omaggiano al loro idolo Bon Jovi, ma la personalità che dimostrano, la capacità di saper rendere ruvide sonorità tipicamente soft, è da primi della classe, da chi non ha bisogno di nessun modello di riferimento.

Probabilmente "After the rain" è stato l'ultimo disco del genere, di una band esordiente, a vendere tanto, nonché il maggior ed irripetibile successo dei Nelson, caduti nel dimenticatoio che è toccato a tutti, chi più e chi meno, fino a qualche anno prima era al vertice.

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