Esplode nei primi anni '80 con una hit che si fa strada nelle classifiche di tutta Europa, qualche anno dopo la sua band si scioglie e lei va avanti da sola, i primi due album vendono poco e la Sony la scarica; lei non fa una piega, fonda una sua etichetta (The Laugh And Peas Company, splendido nome tra l'altro) e dopo qualche anno inzia ad ingranare sul serio. Il synth-pop di "Jamma Nich" e il pop rock vivace ed ispirato di "Wenn Alles Richting Ist, Dann Stimmt Was Nich", poi saluta il nuovo millennio con il suo capolavoro solista, "Chokmah", raffinatissimo e pieno di contaminazioni soul ed elettroniche; si cimenta con cover di varia estrazione, offrendo interpretazioni originali e trascinanti come solo lei sa essere e poi si conferma con la grinta elettro-rock di "made In Germany". Signori, non so voi ma davanti ad una carriera del genere io mi inchino; per me Nena è un punto di riferimento, una certezza, un esempio. Esempio di passione e dedizione prima di tutto; essere considerata una meteora degli anni '80 è qualcosa che la infastidisce terribilmente, come è giusto che sia, e il messaggio del suo undicesimo album solista è proprio questo: sarò pure "Oldschool", non rinnego nulla ma vado avanti per la mia strada, guardando avanti e non indietro, sono bella, sono tonica, ho una gran voce, ho stile e talento da vendere e ve lo dimostro per l'ennesima volta.

Eh già, anche stavolta Nena non delude e dimostra il suo caratteristico dinamismo, proponendo qualcosa di completamente diverso dal suo predecessore "Du Bist Gut". Un album riflessivo ma anche magniloquente, elaborato, grandi atmosfere, grandi canzoni e qualche prolissità di troppo, questo era "Du Bist Gut"; "Oldschool" invece è frizzante e brioso, gran parte delle canzoni dura giusto tre minuti, poco più o poco meno, e Nena tira fuori tutta la grinta e la vitalità di cui è capace. Synth-pop, dance, pop rock, EBM: un riassunto generale di tutti gli stili con cui si è cimentata di volta in volta, a 55 anni e con il suo blasone se lo può permettere, ma anche qualcosa di nuovo: con "Oldschool" inizia rappando su una base elettronica techno/minimale, è una prima danza spiazzante e divertente, e rappando Nena sceglie di porre l'attenzione sulle parole, su un nettissimo ed inequivocabile rifiuto di un'immagine preconcetta e stereotipata. E dico prima danza non a caso, quest'album è un rapido scorrere di ritmi vivaci e sostenuti, a volte anche retrò come "Lieder Von Fruher", stilosa ed elegante, e "Ja Das Wars", di un'allegria contagiosa e retrogusto bubblegum, perchè comunque Nena non rinnega assolutamente nulla, ma il ventaglio è molto più ampio: c'è la techno-trance di "Macht Doch Was Ich Will", il riff punkeggiante di "Berufsjugenlich", la raffinata "Jeden Tag" con un bel giro di basso e voce filtrata, fino all'EBM di scuola DAF, addolcita ma neanche poi troppo, diciamo più riletta in stile Nena (resa quindi più calda e avvolgente) di "PI (Ich Rechne Mit Allem)" e a "Kreis", una cavalcata che suona quasi come un tributo alla Neue Deutsche Harte; chitarre graffianti ed elettronica d'impatto.

Nonostante una tracklist decisamente abbondante (16 canzoni) non si regista nessun passaggio a vuoto degno di nota, ogni pezzo è una sorpresa, ogni pezzo offre un particolare dettaglio della personalità artistica di Nena: su tutti "Peter Pan", un intenso midtempo elettronico che si fa notare anche per l'ottimo uso degli effetti vocali, una particolarità di quest'album, "Schicksal", sognante e vellutata, una delle migliori ballad di tutta la sua carriera, altre ottime canzoni come "Sonnemond", "Magie", "Betonblick", "Genau Jetzt". Per chi conosce Nena, "Oldschool" è un piacevolissimo deja-vu che ripercorre tutto l'arco temporale e le svolte più significative del suo percorso, per chi non la conosce (conoscere solo "99 Luftballons" vuol dire NON conoscerla affatto, nel caso ci fossero dubbi) un ottimo punto di partenza potenziale. Come non amare questa splendida donna, quest'artista sorridente, eclettica, sempre pronta a rimettersi in gioco; nel 2012 fu addirittura criticata per essersi rifiutata alle solite domandine del cazz... ehm volevo dire di rito sugli anni '80 e roba varia, lei ha risposto così, da par suo, ribadendo la sua multidimensionalità artistica, assolutamente non vincolabile ad un breve periodo e men che meno a una singola canzone.

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