Questa è la sedicesima volta che inizio questa recensione e forse sarebbe meglio desistere per una lunga serie di motivi. Prima di tutto non ne sono capace e poi su questo sito ci sono davvero molte persone in grado di raccontare benissimo la musica con le parole, così continuo a ripetermi prova ancora una volta poi basta.
C'è un motivo che mi spinge a continuare: uno dei miei dischi favoriti su Debaser ancora non è stato recensito! E considerando quante volte mi sono perso nelle sue note penso sia un obbligo rendergli il favore e regalargli un piccolo spazio.
Va bene abbiamo il motivo, ma la recensione? Come ve lo racconto cosa c'è in questo album?
Potrei scegliere la strada Wiki, della serie: Daniel Victor è un polistrumentista canadese che nel 2005 realizza le 16 canzoni di questo album affidandole ad altrettanti cantanti. Solo scrivendo i gruppi da cui provengono i prestatori d'ugola arriverei a sei pagine di recensione, ma non è questo quello che voglio far sapere.
Potrei scegliere l'evento, a mò di strillo: un disco magnifico... imperdibile... disco dell'anno e così via. Neanche questo mi aiuta.
Così scelgo semplicemente di descrivere le mie emozioni, perché questo è l'album che mi accompagna in quei momenti in cui si desidera star fuori dal mondo, quando in poca luce mi siedo sulla mia poltrona preferita e lascio che mi abbracci dolcemente.
Premo il tasto play ed aspetto che la prima nota di piano mi dia il benvenuto.
"Would you settle for a wasted life? We can't always belong to a place in time..." si è lui ed è sempre magico, qualcosa da cui non riesco a staccarmi dalla prima all'ultima nota. Tante voci con un solo suono nel tentativo di materializzare l'essenza dei sogni.
Io sono uno strano, a volte scelgo tra libri che non conosco affidandomi a quello che mi comunica la copertina. Nel caso di questo libro mi sono invaghito del nome del gruppo ed ho acquistato il cd, già... il nome del gruppo...
Neverending White Lights, infinite luci bianche. A volte mi complico la vita, raccontare il disco è più semplice di quello che sembra.
Infinite luci bianche in musica.
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