Nel 1971, gli "esperimenti" di fusione tra musica classica e rock erano stati numerosi e di diverso tipo: pensiamo ai Moody Blues, ai Procol Harum, ai lavori dei Nice e successivamente degli Emerson, Lake & Palmer, dove gli strumenti sono prettamente rock, ma la commistione con la musica classica consiste nel riarrangiare brani "classici" in chiave progressive-rock. Ancora più spesso, brani classici affidati alla sola chitarra, diventano un "must" in tanti dischi prog.
Questo, ed altro, in Inghilterra. Ma ovviamente, questa tendenza arriva anche in Italia e non si tratta di sole scopiazzature.
In quest'anno, viene alla luce uno dischi più importanti della scena prog e non solo italiana: il "Concerto Grosso per i New Trolls", dove i musicisti genovesi, insieme al compositore L. Bacalov danno vita a un riuscitissimo esempio di fusione tra classica e rock. Questa band era già attiva da diversi anni, il loro esordio, da giovanissimi è datato 1968. Avranno una carriera lunghissima, con numerosi cambi di formazione e anche di nome, con alti e bassi e sempre in bilico tra le tendenze melodiche e quelle più rock. Da poco è uscito "Seven Season's", di fatto il "Concerto Grosso" numero 3, su cui sarà necessario ritornare.
Torniamo al disco in questione.

Nato come colonna sonora di un film (adesso considerato da alcuni come "cult") con T. Milian (ancora non conosciuto ai più) per la regia di Maurizio Lucidi dal titolo "La vittima designata", questo album gode subito di vita propria, con grande successo di critica e cosa non scontata, con ottime vendite.
Nel '71 i New Trolls erano composti da Nico Di Palo (chitarra elettrica, voce solista), Vittorio De Scalzi (chitarra elettrica,voce,flauto), Gianni Belleno  (percussioni, voce), Giorgio D'Adamo (chitarra) a cui si aggiunge alle tastiere, Maurizio Salvi. In futuro, la formazione subirà innumerevoli scissioni, nuovi ingressi, ma questa sarà sicuramente una delle migliori. 
La struttura del disco ricalca appunto quella del concerto grosso di periodo barocco, le musiche sono composte da Bacalov ma che vedono anche lo "zampino" del gruppo, i testi sono ispirati all'Amleto di Shakespeare (... to die, to sleep, maybe to dream...). Il "concerto" è composto da tre movimenti,  Allegro, Adagio e Cadenza - Andante con moto, poi troveremo una quarta parte intitolata "Shadows", dedicata ad Hendrix. Chiude il disco una lunga improvvisazione (oltre venti minuti) dei soli Trolls, senza orchestra.
L'apertura del disco con appunto "Primo Tempo - Allegro", sin dai primi secondi ci fa capire che siamo davanti ad una orchestra vera e propria che subito vedrà la band "contrappuntare": l'armonia è - come in tutti gli altri movimenti - in tonalità minore, riuscitissimi i dialoghi archi-flauto-chitarra elettrica.
Difficilmente, chi si confronterà con questo tipo di fusione (classica-rock) riuscirà a raggiungere tale equilibrio. Nessuna forzatura, tanta naturalezza, suoni e il mix sono perfetti. Il solo di chitarra di Nico Di Paolo, molto personale, con suono acido ma mai freddo, dal vibrato deciso,  prelude al pieno dell'orchestra, "baroccheggiante" al punto giusto e con temi da aria del '700.
Si passa quindi al "Secondo Tempo - Adagio", il tema centrale di questo concerto grosso. Il tema è subito esplicitato dal solo violino, subito è riprosto dalla chitarra elettrica. Arriva quindi il primo "cantato" del disco, i cori dei New Trolls hanno pochissimi eguali, anche se qui non si eccede, tutto è calibrato. Adesso ritorna il tema centrale, con il pieno dell'orchestra, ma con il basso elettrico e la batteria ha dare un tocco più rock, straordinariamente naturale ed omogeneo. Il tema è bellissimo, drammaticamente ricco di pathos: è un invito per Di Palo, che ci regala a questo punto un assolo di chitarra elettrica nervoso, teso, bellissimo. E' uno dei momenti più alti della musica italiana.
Si passa allora al "Terzo Tempo - Cadenza - Andante con moto": il violino è il protagonista del pezzo, con una cadenza a mo' di moto perpetuo, drammatica, tensiva. Si unirà quindi il resto dell'orchestra e gli altri strumenti del gruppo. La melodia, lascia presagire la classe di Bacalov come compositore. Sul finire, il ritorno dei cori "trollsiani".
Il primo lato del disco - ma da un certo punto di vista il concerto vero e proprio - si chiude con la ripresa del secondo tempo "Shadows", dedicato ad Jimi Hendrix,  ad opera del solo gruppo, che si lascia andare ad "improvvisazioni sul tema", pregevoli e con tutte le caratteristiche del gruppo, la chitarra e la voce unica di Nico Di Paolo, il flauto e la voce di De Scalzi, i cori, la sicura tecnica strumentale, il gusto per la melodia e la vena più rock, elementi presenti anche nel secondo lato del disco, una lunga improvvisazione di venti minuti del solo gruppo dal titolo "Nella Sala Vuota".

Questo disco lascerà il segno nella musica italiana (e non solo): l'anno dopo Bacalov ci riproverà con gli Osanna (con la pubblicazione di "Milano
Calibro 9"), con il Rovescio della Medaglia ("Contaminazione")  con gli stessi New Trolls cinque anni dopo con il "Concerto Grosso per i New Trolls n°2". Ma anche se alcuni di questi sono degli ottimi dischi, nessuno riuscirà a riportare la magia, l'originalità del primo "Concerto Grosso".

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