Ballate new folk molto piacevoli, alcune solo strumentali, altre cantate. Abbandonati i Poison Tree, Nick Castro riunisce in questi Young Elders un ottimo gruppo di musicisti provenienti da altre band. Si passa da atmosfere celtiche che mi hanno ricordato moltissimo i Planxty, al folk americano alla cow boy, fino a sensazioni asiatiche in "Voices From The Mountains", dove sembra almeno nella parte iniziale di essere in un convento di monaci tibetani. Poi in "Standing On The Standing Stone", accompagnato da una voce femminile, si torna in occidente con una meravigliosa ballata folk.
Gli arrangiamenti sono ineccepibili, sempre perfettamente adeguati all'impressione che si vuole dare. I pezzi non cantati, danno secondo me la possibilità di poter ancor più facilmente spaziare in zone diverse del mondo. Questo disco è un tour tra le diverse sonorità del pianeta eppure così uniforme, nonostante la varietà di strumenti usati.
Affascinante e non noioso, vario e non ripetitivo, è un progetto che non sarebbe mai potuto apparire prima del nuovo millennio, viste le contaminazione di ogni genere che si riscontrano. Nei due pezzi finali, lunghi ognuno tredici minuti, si passa dalla lisergica "Lay Down Your Arms" che riporta ai Jefferson Airplane, a "Promises Unbroken" che ha invece un sapore più moderno, parte più elettronico ma così vicino alle sensazioni generali del disco da far pensare ad un lavoro certosino di rimaneggiamento delle sonorità veramente di alto livello. Anche lo stile della copertina dell'album è in linea con questo mix di passato e futuro.
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