Vorrei spendere un po' del mio tempo per parlare di quell'uomo maledetto, mostro sacro, fascinoso e fuori classe di Nick Cave. La prima volta che lo vidi in concerto, in un club della mia città, era il 1987, l'era di chi non si reggeva in piedi e non si ricordava i testi delle canzoni, l'era di The First Born Is Dead e Your Funeral Trial.
Ora sono trascorsi 18 anni, e quel ragazzetto tutto pelle e ossa, incazzato col mondo, con lo sguardo di chi vuole uccidere tutti, ne ha fatta di strada! La sua sacralità, dilaniante e struggente però rimane...

il 30 novembre scorso l'ho visto a Firenze... CHE FIGATA! La sua voce perfora l'anima, i suoi live sono sempre strepitosi; non manca mai di onorare i vecchi pezzi ("Knockin On Joe"/"Mercy Seat") e l'energia con la quale riesce a travolgere il pubblico è sempre la stessa.
Forse trae energia lui stesso da ciò che dà (?), ma il pubblico che lo va a vedere, lo conosce e lo ama come lui ama il suo pubblico, lo si percepisce ad ogni concerto. Tutto quello che gli appartiene come artista, gli calza come un guanto liscio e avvolgente, cucito addosso, come un principe già predestinato a diventare re.
Questa è la settima volta che lo vedo nell'arco di questi 18 lunghi anni, e mi auguro che ci possano essere altri "live" della stessa portata da poter godere.

Sono passati i conflitti-roba-alcol-risse, da From Here to Eternity a Murder Ballads: nell'immaginario di re Cave di sangue ne è sgorgato parecchio, forse proprio dalle sue ferite, ma per fortuna, a lui serve solo un pianoforte (suo fedelissimo amore) e la sua voce per poter essere carnefice e salvatore.
Lunga vita al re Inkiostro!

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