Cominciamo subito con il dire che il titolo di quest'album è una mera operazione commerciale.

Già, perché a dispetto del titolo, e del fatto che questo disco è spesso ricordato come un progetto solista del batterista dei Pink Floyd, le canzoni sono tutte parto della mente della Jazzista Carla Bley. Con lei e con Nick Mason, che si limita giusto a picchiare sui suoi soliti strumenti del mestiere, troviamo Robert Wyatt alla voce, insieme ad altra gente sconosciuta nella maggior parte del globo terracqueo.
Obbiettivamente, si può presupporre che vendere l'album solista, di un membro di una delle più celebrate Rock band, comporti molte meno difficoltà che vendere lo stesso album in cui questo è solo un coesecutore. Però gli effetti sortiti non furono quelli sperati (170esimo posto raggiunto nelle charts USA) e tra l'altro, mediamente, non fu accolto benissimo tra quegli improvvidi fan dei Pink Floyd che lo fecero proprio a scatola chiusa.

Registrato nell'ottobre dell'Anno Domini 1979 e pubblicato due anni dopo, l'album è da ascrivere all'ambito della Scuola di Canterbury e si possono intuire le influenze di artisti quali: Frank Zappa, Captain Beefheart e dei Gong.
Ne scaturisce un lavoro ben suonato, mai noioso, a volte straniante, spesso ironico (nei testi, anche se talora un pò calde), in cui la Bley cerca di far andare a braccetto Rock e Jazz (più il primo del secondo), con risultati decisamente sorprendenti.
Ci sono pezzi in cui il gusto per lo svago sembra prendere il sopravvento: in "Boo To You Too" Wyatt canta sopra un classico giro di Boogie per consigliarci cosa fare nel caso ci capitasse la malaugurata sorte, di suonare davanti a un pubblico che non apprezza la nostra musica e manifesta sonoro dissenso (il titolo dovrebbe essere sufficientemente esplicativo).
E se in "I Was Wrong" veniamo a conoscenza di un incontro con forme di vita aliene del dapprima miscredente, poi resipiscente, Robert Wyatt, in chiusura dell'opera, lo stesso, svela un perverso interesse per la mineralogia in uno dei pezzi più riusciti ("I'm A Mineralist", appunto), che parte piano per crescere verso la metà con un assolo di tromba (i guess so) sopra un riuscito riff di chitarra di Chris Spedding.
Forse solo in "Hot Water" è possibile percepire qualche accenno floydiano, in particolare di Dark Side Of The Moon (la chitarra di Gilmour, ma non solo), all'interno, comunque, di un pezzo ancora distante dallo stile del quartetto inglese. Tra l'altro solo qui la sezione fiati è a riposo, laddove invece è protagonista in tutto il resto dell'album.

Ma al di là di ogni analisi razionale, mi sembra anche il caso di sottolineare come il disco sia in grado di conciliare godibilità e accessibilità (con questo termine non intendo la reperibilità, visto che il Cd dovrebbe essere tutt'altro che facile trovarlo, non chiedetemi quindi come ho avuto modo di ascoltarlo): infatti, confesso che poche volte come in questo caso, mi è capitato di entusiasmarmi da subito di un album. Ciò accadeva, tra l'altro, pochi giorni fa.
Ora, devo ammettere che la prima cosa che ho fatto dopo il primo ascolto, è stata quella di cercare la derecensione, convinto di leggere critiche entusiastiche. Immaginerete, quindi, la mia sorpresa nel constatare, e l'assenza su DeBaser di questa recensione, come pure la presenza di commenti mediamente non esaltanti, su Internet, dell'opera stessa. Mi sarò rincoglionito, mi son detto, ma dopo otto/nove ascolti non posso che confermare l'opinione iniziale. De gustibus non est disputandum, è proprio il caso di dire.

Dopo ulteriore disamina, devo anche riconoscere di non essere in grado di quantificare il valore aggiunto rappresentato dal contributo di Wyatt, presente in sette delle otto tracce, però è mia convinzione che qualche pezzo si regga soprattutto sulla sua voce ("Do Ya?", ad esempio); come è anche personalissima opinione dello scrivente che Wyatt risulterebbe credibile anche se cantasse il bugiardino del Tavor.

Concludo rispondendo in anticipo a chi dovesse muovere pesanti critiche a questa recensione:
Boo To You Too,
Boo To You Too.

Elenco tracce e video

01   Can't Get My Motor to Start (03:35)

02   I Was Wrong (04:10)

03   Siam (04:46)

04   Hot River (05:12)

05   Boo to You Too (03:24)

06   Do Ya? (04:29)

07   Wervin' (03:55)

08   I'm a Mineralist (06:13)

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