Se non è capolinea, mancano davvero poche fermate alla fine. Che il gruppo di Chad Kroeger avesse ormai intrapreso una strada ben orientata verso melodie catchy e immediate, lo hanno capito davvero tutti, ebbene il presente "Here And Now" conferma il loro percorso di adattamento al mercato, a questo giro però il risultato non pare essere tale per poter strappare una sufficienza come per i dischi precedenti, che seppur abbondantemente annacquati, hanno comunque offerto una manciata di pezzi ben fatti.
Il disco presenta si le peculiarità ormai classiche dei Nickelback, quali ad esempio il classico pezzo d'apertura veloce e grintoso (nell'occasione "This Means War") che fa da apripista a brani più melodici, i quali sono generalmente i singoli estratti per commercializzare l'album. In questo caso il compito di amo da pesca (per pesci lessi) spetta a due canzoni che non hanno molto da dire, il rock ormai consumato anzi usurato di "Bottoms Up" (potrei fare una lista di quante canzoni sempre della band ricorda tale pezzo ) e la pop-ballad "When We Stand Together" che adagiandosi comodamente su un ritornello alla Ricky Martin, invaderà a brevissimo radio, TV e anche qualche locale 'in' che nel bel mezzo tra un brano di Lady Gaga e Kanye West, potrà godere del supporto del quartetto canadese. Il pezzo in se è un simpatico e onesto pezzo pop, si sconsigliano comunque ascolti prolungati (oltre i 3-4 giri). Consci della piega intrapresa dal disco, provano a rialzare la china con la sfrenetica "Midnight Queen", tra i pochi episodi rock del disco, ma è ormai palese che pezzi come il presente sono come una sorta di tappabuchi in un forma di formaggio svizzero. Come ormai da tempo, non manca il pezzo lento da atmosfera, e la ben impacchettata "Lullaby" si candida di diritto come potenziale singolo, un pò noiosa e scontata.
L'album prosegue con pochi spunti degni di nota, tra il giro (sempre il solito) di accordi di "Kiss It Goodbye", le discrete "Holding To Heaven" e "Everything I Wanna Do", quest'ultima di stampo alternative rock, un corpo cosi estraneo al disco, che quasi irrita per ipocrisia.
Per concludere a mio parere c'è davvero poco da salvare alla band, che dopo essere stata sepolta da milioni di dollari dalla Roadrunner e forte di ormai 50 milioni di dischi piazzati in tutto il mondo, dovrebbe seriamente pensare di sciogliersi e magari lasciar proseguire in un scontato progetto solista il buon Kroeger, che col suo biondo sempre più platinato, stirato e laccato, potrebbe continuare a svendere la sua voce che tutto sommato è tra le poche note positive del presente disco, senz'altro il peggiore della loro carriera. La copertina ritraente un incrocio di una città illuminata con nel mezzo un orologio che segna le 23:20, a mio parere segna anche il loro capolinea.
Arrivederci, ma anche no. Voto 5.
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