...un applauso ...un sospiro ...qualche parola ...e quella chitarra acustica suonata da un ragazzo.

Il palco, con luci, ombre, colori, candele e fiori (orchidee, orchidee e orchidee), sembra un'opera d'arte e la musica che viene fatta su quel palco è un'opera d'arte.

La voce di quel ragazzo ti stringe e ti accarezza lo stomaco, e ciò che suona è un faro nel buio.

La passione bruciante, la desolazione agghiacciante, l'entusiasmo di un bambino, la stanchezza di un vecchio, la violenza e la pace, il fuoco e l'acqua, "un mulatto, un albino, una zanzara, la mia libido". Essere e non essere, la musica e il silenzio... la vita e la morte..

Il ragazzo sul palco si aggrappa alla sua chitarra, canta, urla, accende la candela perchè a volte può spegnersi, si prende in giro, parla con il pubblico, si mostra come è, senza filtri come ha sempre fatto, "immerso nel fango": "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior", ma i fiori spesso vengono calpestati con un'incuranza e una superficialità che mette paura.

Ritrovarsi da soli a strimpellare e a canticchiare "Pennyroyal Tea" può salvare la vita.

Prendi una chitarra, lascia scorrere le emozioni e chiudi gli occhi... riesci ad immaginare quelle candele? Riesci a sentire quelle ombre e quelle luci? Riesci a vedere quei fiori che su quel palco non saranno mai calpestati? Riesci a sentire la vita? Quell'emozione che puoi provare accarezzando e stringendo ciò che ami?

Se ci riesci mettiti a suonare. E se non ci riesci mettiti a suonare lo stesso, o canta... aggrappati alle tue passioni e alle tue fragilità... oppure abbassa le luci o spegnile del tutto e guarda l'unplugged dei Nirvana... abbandonati a questo incantesimo, a questo limbo fuori dal tempo e fuori dal mondo ma che è dentro di te e custodiscilo nella tua "scatola a forma di cuore"... tirandolo fuori ogni qualvolta avrai bisogno di sentirti vivo, non importa come, ma vivo.

Carico i commenti... con calma