Ci sono per tutti, almeno spero che non sia solo una mia patologia, dischi che una volta rispolverati, pur conoscendoli a memoria, si insediano nello stereo e li rimangono per settimane. A me questo effetto lo fa, ad esempio, "Songs About Fucking". Ora vi direte e che cazzo centrano i Big Black con sti No Age? Niente, però sono riusciti a farmi cambiare disco dopo solo tre settimane e questo gia vuol dire che non sono affatto male.

Vengono da Los Angeles e sono in due: uno alla voce e batteria, l'altro alla chitarra (una diavoletto (SG) che definire distrutta è poco) e fanno una musica che in qualsiasi modo la definisci la sminuisci però ci proviamo lo stesso (e se no che  recensione è!?!). Suonano come una canzone dei My Bloody Valentine messa tra le mani dagli Husker Du con ripieno e piglio dei peggiori adolescenti svagati che vogliono realizzare il tutto in un perenne regime di Low-Fi... ah, e non dimentichiamo una spruzzata di Superchunk.

"Nouns", uscito a maggio ('08) per la Sub Pop, è il secondo loro disco, ma è bello fresco: ottimo per quei giorni morti asfissianti che sembrano strappati da una qualsiasi pagina di Marquez. Con le loro vocine stridule e le melodie quasi tutte in maggiore son sicuro che saranno un ottima compagnia per questa estate e per le ore di siesta e se dovesse essere una stagione piovosa non temete: ci sono un paio di canzoni alla Loveless che in quel caso vi terranno la fronte.

Insomma, io ho gia scelto il mio Calippo.

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