La prima classe costa mille lire,
la seconda cento, la terza dolore e spavento.
E puzza di sudore dal boccaporto
e odore di mare morto.
Sior Capitano mi stia a sentire,
ho belle e pronte le mille lire,
in prima classe voglio viaggiare
su questo splendido mare.

Ci sta mia figlia che ha quindici anni ed a Parigi ha comprato un cappello,
se ci invitasse al suo tavolo a cena come sarebbe bello.
E con l'orchestra che ci accompagna con questi nuovi ritmi americani,
saluteremo la Gran Bretagna col bicchiere tra le mani
e con il ghiaccio dentro al bicchiere faremo un brindisi tintinnante
a questo viaggio davvero mondiale, a questa luna gigante.

Ma chi l'ha detto che in terza classe,
che in terza classe si viaggia male,
questa cuccetta sembra un letto a due piazze,
ci si sta meglio che in ospedale.
A noi cafoni ci hanno sempre chiamato
ma qui ci trattano da signori,
che quando piove si può star dentro
ma col bel tempo veniamo fuori.

Su questo mare nero come il petrolio ad ammirare questa luna metallo
e quando suonano le sirene ci sembra quasi che canti il gallo.
Ci sembra quasi che il ghiaccio che abbiamo nel cuore piano piano
si vada a squagliare in mezzo al fumo di questo vapore di questa vacanza in alto mare.
E gira gira gira gira l'elica e gira gira che piove e nevica,
per noi ragazzi di terza classe che per non morire si va in America.

E il marconista sulla sua torre,
le lunghe dita celesti nell'aria,
riceveva messaggi d'auguri
per questa crociera straordinaria.
E trasmetteva saluti e speranze
in quasi tutte le lingue del mondo,
comunicava tra Vienna e Chicago
in poco meno di un secondo.

E la ragazza di prima classe, innamorata del proprio cappello,
quando la sera lo vide ballare lo trovò subito molto bello.
Forse per via di quegli occhi di ghiaccio così difficili da evitare,
pensò "Magari con un pò di coraggio, prima dell'arrivo mi farò baciare".
E com'è bella la vita stasera, tra l'amore che tira e un padre che predica,
per noi ragazze di terza classe che per non sposarci si va in America,
per noi ragazze di terza classe che per non sposarci si va in America.
Francesco De Gregori - Titanic (Official Audio)

Notare, qui, quella che io speravo fosse una metonimia ma invece è una semplice metafora: cioè l'uso del sostantivo "ghiaccio".
Ci sono cose del Principe molto più evocative, ma questo pezzo è quasi chirurgico nella sua spietata vividità, o vividezza: ci siamo capiti: uffa!
Tutto il disco è bellissimo, chevvelodicoafàre, ma questa cosa mi è stata fatta notare dal mio amico Valentino (di nome e di fatto) che mi ha imparato una cosa fondamentale:
"Marco: smettila di ascoltare la musica da musicista! Così non capirai mai un cazzo!"

Mai mi sono scordato (!) questo assioma.
E il bello è che lui dice di non ricordarsi di avermelo detto.
Ma mente, perché pur avendo la mia età dopo 45 anni di acciaieria a tre turni è in pensione, mentre a io ne mancano tre! Quindi un po' d'indulgenza...
Francesco De Gregori - Titanic.mp4
Se si ascoltasse senza sapere il titolo (come è successo a me al primo ascolto) sembrerebbe di trovarsi di fronte ad una canzoncina (quasi) allegra e spensierata. E invece...
Tu e Titanic
Nella collezione di
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