Scott: "Hey Mike, quanto tempo è che sono per le strade in questa crociata?"
Mike: "Ah... io sono tornato in città un tre anni e mezzo fa ed è allora che ci siamo conosciuti, perciò sono..."
Scott: "Sono tre anni Mike!"
Mike: "Già, quasi quattro anni, è molto tempo"
Scott: "Quello che intendo Mike, è che siamo ancora vivi!"
Mike: "Già, ma questo è ovvio non credi?"
Scott: "Si, incredibilmente ovvio"
Mike: ride
Scott: "Se sganciassero una bomba su questa città sai che faremmo?"
Mike: "Troveremmo un riparo..."
[cit.]
La stessa copertina la vede ritratta nelle sembianze di Hannah, la protagonista della locandina del film Mudhoney (Russ Meyer, 1965), ragazza dalla sessualità... come dire... molto aperta.
E non si può dire non sia sexy e provocante la Norah Jones a minuto 2.38 ...
Oramai di "Blue Note" è rimasto ben poco, il suo spirito libero le dice di cercare altri modi per esprimersi. Magari ritrovandosi con chitarra elettrica in spalla e una parrucca bionda per "nascondere" la propria identità (vedi El Madmo) a suonare in palchi piuttosto underground; o magari servendosi, per la realizzazione del disco, dell'aiuto di uno dei produttori più cool e richiesti del pianeta, Brian Burton, a.k.a. Danger Mouse, che già aveva collaborato con lei nel progetto "Rome" (2011).
Il singolo obbligatoriamente pop c'è ancora (Happy Pills), certo, la casa discografica non può farne a meno, ma è nel testo che traspaiono le tormentate vicissitudini dell'album.
E' il dolore che la porta a scrivere i brani di questa nuova uscita discografica, il desiderio di lasciarsi alle spalle un grande amore e un passato che pesa come un macigno.
"Beautiful soldiers in their beds
Making love inside their hands
With no chance to defend
Tonight could be their end"
Niente da fare, se non fosse Norah Jones, in questo momento della sua carriera verrebbe ascoltata con tutt'altro spirito, libero da preconcetti e noiose eredità.
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