No, non si riusciva proprio ad immaginare Ray Alder e Jim Matheos totalmente divisi, non era proprio concepibile l’idea che dopo i Fates Warning non ci dovesse essere nessun progetto con quei due assieme; o perlomeno, IO non lo accettavo. Ed ecco subito la risposta pronta e decisa, eccoli insieme in un nuovo duo, North Sea Echoes.

Tuttavia d’altro canto non era esattamente un’idea brillante creare un banale clone nostalgico della band con cui hanno campato per oltre 35 anni, ecco così che questo progetto è tutt’altra cosa. Il progetto si presenta, almeno per ora, con una musica lenta, rilassata, ipnotica, una specie di musica d’ambiente delicata ma oscura. Gli ingredienti sono pochi ma efficaci: la chitarra di Matheos fornisce tocchi estremamente soffici, cupi, a volte con azzeccati riverberi, lontani parenti dei riff taglienti a cui ci aveva abituato; i registri sono sempre piuttosto bassi, non sembra si voglia concedere lo spazio a bagliori di luce accecante, solo timidi spiragli; la sezione ritmica è ridotta all’osso, quasi assente, l’ascoltatore deve solo rilassarsi e basta; e poi un uso ben studiato e variegato di elettronica ed effettistica, suoni mai pesanti e mai invadenti ma sempre cupi e lievemente angosciosi, suoni che non appaiono mai uguali, vogliono rinnovarsi ogni volta e invitare l’ascoltatore a coglierli con attenzione. In ogni caso nessuna traccia di metal, neanche nelle poche occasioni in cui la chitarra alza leggermente il tiro, e onestamente non se ne sente la mancanza, perché probabilmente ci avrebbe consegnato il solito progetto stantio.

Difficile davvero classificare questo lavoro, sembra non inserirsi in un genere ben preciso, e questo può essere più che mai un vanto, vuol dire che si è riusciti a creare un prodotto per quanto possibile originale. Possiamo genericamente considerarlo un soft rock o una specie di dark ambient a seconda del punto di vista. Il paesaggio immaginario che si dipinge nelle nostre orecchie potrebbe essere vagamente quello di una piscina non molto illuminata, idealmente tardo-pomeridiana autunnale, dove l’ascoltatore sta in ammollo a rilassarsi e a riflettere ma non nasconde le sue angosce, non sono tuttavia acque pericolose o vorticose che lo trascinano giù.

Non serve aggiungere altro, se non che è una piacevole sorpresa di questo 2024.

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