Gli inglesi Nosferatu rappresentano l'anima più oscura e spirituale del gothic rock anni 90.

La band si ispira in maniera non troppo velata ai classici della letteratura e della filmografia horror del passato, omaggiando nel suo nome, in particolare, il leggendario "Nosferatu il Vampiro", diretto dal regista espressionista tedesco Friedrick Murnau e in cui recitava nella parte del Conte Orlock l'enigmatico e misterioso Max Schreck.

"The Prophecy" è un disco dai suoni gotici e tenebrosi, ma nello stesso tempo romantici e deliziosamente eleganti. Gothic rock che, come detto, trae ispirazione dalle tematiche horror del passato ed, in particolare, dagli aspetti legati al vampirismo successivi all'uscita di "Dracula" di Bram Stoker riprodotti sia su carta che su cellulosa e che furono trattati anche da altre band del genere (pensate, ad esempio, al tributo dei Bauhaus a Bela Lugosi).

L'atmosfera è intensa e pregna di fascino malefico, grazie soprattutto all'incedere pulito e vibrante degli arpeggi chitarristici di Damien De Ville ed ai suoni di tastiera tipicamente "orrorifici", Il tutto impreziosito dalla voce cristallina e ferma, anche nelle parti più urlate, di Niall Murphy, senza, tuttavia, scadere mai in un'eccessiva teatralità e, quindi, pacchianità. L'opus, al contrario, si rivela davvero elegante e riflette una sensibilità artistica notevole ed originale in un campo, quello del rock gotico, che, soprattutto negli anni 90, ha prodotto ben poco di equiparabile ai classici del genere della decade precedente.

Gli episodi migliori della profezia possono riscontrarsi nella delicata e romanticamente oscura "Farewell My Little Earth", in cui la lotta tra il bene ed il male è musicalmente riprodotta dalla melodia toccante del pianoforte alternata alle improvvise accelerazioni della ritmica chitarristica, nella inquietante "Fever", tipica canzone da far salire il cuore in gola, nella emozionante ballata "The Keepers Call", dove si scorge in lontanza un bagliore di luce in un mare calmo ma tetro e preoccupante, nel rock fitto ed oscuro di "Thrill Killer" e nella palpitante e snervante attesa di "Savage Kiss".

Concludo con un caldo (bè, non proprio così caldo) consiglio a tutti i lettori: ascoltate questo "The Prophecy" come sottofondo per la visione del film di Murnau. La vostra ricerca di emozioni forti sarà ampiamente soddisfatta se riuscirete a reggere l'impatto di un così profondo turbamento sensoriale.

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