I Novembre sono forse il gruppo italiano che, dopo i blasonati Rhapsody, gode di maggior risalto a livello internazionale.

Il loro è un Death-Gothic metal di chiara ispirazione Opeth e Katatonia, con i quali tra l'altro hanno più volte suonato in tour. Dopo il debutto con "Wish I Could Dream It Again..." nel '94 e la grande prova di "Arte Novecento", arriva nel 1999, con "Classica", la consacrazione della band.

L'album è un'autentica perla: sostenuto dai riffs di chitarra potenti e veloci in puro stile Death, e malinconicamente adagiato su melodie gelide e autunnali tipiche del Gothic. Il disco si apre alla grande con il riff distorto di "Cold Blue Steel", che lascia il posto nella parte centrale ad un intreccio tra chitarra e voce (unico pezzo in cui è sempre in growl); la parte finale riprende l'inizio spingendo un po' di più. La seconda traccia "Tales From A Winter To Come" è puramente gothic e la chitarra solista si esalta in continue scale lente e cadenzate, per poi concludere uno dei pochi veri assoli del disco con un gran passaggio al fulmicotone tecnicamente sopraffino. Verso la fine la doppia cassa incalza sempre di più: sarà una costante in molti brani dell'album. Arriviamo quindi al capolavoro assoluto: "Nostalgiaplatz" sa emozionare e commuovere come poche altre canzoni metal, la voce pulita, triste e malinconica di Carmelo Orlando evoca immagini di foglie secche che volano sospinte dal vento oltre gli alberi, nel cielo grigio, e danzano con le pungenti gocce di una pioggia novembrina (mai nome fu più appropriato!).

Il disco prosegue con due pezzi che, a dispetto dei titoli "My Starving Bambina" e "Love Story", sono i più death e pesanti dell'intero disco, nei quali si esalta soprattutto il batterista: l'altro dei fratelli Orlando, Giuseppe. "L'Epoque Noire (March The 7th 12976 AD)", sesta traccia, si apre con un riff da gothic-doom, che lascia intendere la volontà di un piccolo tributo ai Sabbath, sul quale aumenta man mano che il brano avanza l'apporto della doppia cassa. "Onirica East" è il brano più vario dell'album: si parte con un intro arpeggiato, per poi andare dal classico riff potente puramente death a digressioni gotiche più tranquille, fino alla parte centrale che coniuga in modo interessante e in parte inedito una batteria molto thrash a un riff di chitarra in stile gothic e parzialmente pulito. "Foto Blue Infinito" e "Winter 1941" non aggiungono niente di nuovo a quanto già sentito, ma questo non significa che si debbano saltare durante l'ascolto, essendo comunque molto belle. Il capolavoro si conclude con un outro orchestrale.

Questo disco, oltre ad essere patrimonio nazionale, è veramente emozionante e già un classico (certo che i Novembre quanto a nomi non toppano mai!). Mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti del Gothic prima di tutto, e poi a chiunque desideri conoscere meglio la scena metal italiana: i Novembre sono sicuramente un ottimo inizio.

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