Ho comprato questo bel disco originale per curiosità e perchè il nome "Obituary" mi affascinava.
Da buon maniaco di ogni genere metal l'ho ascoltato e apprezzato. lo mi sono procurato tutti i dischi di questi interessanti floridiani. E devo dire che questo ritorno da un lungo letargo è una delle prove più convincenti dei nostri amici. "Back from the dead" è lontano anni luce da questo piccolo gioiello: quello un disco mediocre, questo esaltante. Il punto a favore di questa release è il fatto di non avere punti di stanchezza o deboli, ma scorre brutale per i suoi 35 minuti scarsi di massacro.
Non è "Cause of death", non è storica come "Slowly we rot", ma vive di una sua personalità distinta, e diciamocelo, eccezionale. Non sono dei virtuosi dei loro strumenti, ma fanno faville nei loro nuovi brani: che dire di "redneck stomp", strumentale distruttiva, che vuole essere un avviso a chi si era dimenticato di loro e che è un tiepido preludio alla successiva "on the floor" in cui Tardy ricomincia ad assordarci con le sue urla licantropiche, continuando ad ucciderci con "Insane" il vero punto di forza di questo disco. Le chitarre sembrano gridare con Tardy, e lo accompagnano in questo genocidio di timpani con le successive "Blindsided", "Back Inside", "Mindset". Piena di imprevedibilità è "Stand Alone", con le sue accelerazioni e rallentamenti mentre Tardy si stupra l'ugola. "Slowdeath" vi farà sbattere la testa senza neanche accorgervene, mentre "denied" è molto originale, varia, maestosa nella sua imponenza. "Lockjaw" chiude in maniera egregia questo assalto sonoro.
Delusione per i loro detrattori, esalta invece chi li ama o chi, come me, li ha conosciuti solo con questo piccolo diamante. L'unico neo degli Obituary è quello di essersi ormai assopiti (se così posso dire) sui loro standard, ma chi li ama sa andare oltre, e amerà questo nuovo capitolo della loro meravigliosa musica.
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