O Mio Dio!

Siccome mi piacciono orrendamente le eresie, quando ho saputo dell'esistenza di un disco che andava a mescolare il klezmer con elementi drum n’bass la mia curiosità si è immediatamente attivata e sono andato alla sua ricerca. Nel mentre ho scoperto ben poco degli artisti che hanno ideato questo progetto.

Gli "Oi Va Voi" sono sei musicisti londinesi, anche se due elementi del gruppo Sophie Solomon (violino) e Lemez Lovas (tromba e voce), vantano origini russe, e "Laughter Through Tears" (Outcaste records - 2003) è la loro prima prova in sala di incisione, accolta entusiasticamente da gran parte della critica, che ha individuato nella loro musica un genere definibile come "folktronica".

Le premesse, dunque, erano buone, ma l'ascolto si è rivelato purtroppo deludente. Già dall'apertura mi accorgo che "Laughter Through Tears" non è il disco che mi aspettavo. Il brano di apertura, "Refugee", è una canzoncina carina, che ricorda i Morcheeba. Carina si, ma nulla di più. La dimenticherò in fretta. E le contaminazioni dove sono? Bah .. salto al secondo brano ("Yesterday's Mistakes") e finalmente inizio a sentire qualcosa che sembra interessante: una voce che evoca i balcani, un violoncello, un sottofondo elettronico. Inizio a sperare, inutilmente. Mah ... è come mangiare patate fritte e nutella.
Forse a qualcuno piace, a me no! I brani seguenti vedono mischiarsi elettronica, archi, un po' di jazz e qualche modaiola atmosfera latina. Inutile proseguire nella descrizione, perchè non c'è molto da dire.

Il tentativo di contaminazione tra folk yiddish e atmosfere elettroniche c'è in effetti, ma non è per nulla riuscito. Con questo non voglio dire che il disco sia orribile, infatti il suo ascolto, oggettivamente, non è sgradevole. Tuttavia, è l'operazione che sta alle sue spalle a procurarmi l'orticaria.
Mi sembra un'idea furba, malamente sfruttata.

Nell'insieme il risultato è banale, effimero ed ha il sapore dell'inutilità. Altro che folktronica. La musica degli "Oi Va Voi" può piacere, è orecchiabile, ma nulla di più. Sotto alcuni versi, il loro progetto può essere assimilato a quello dei "Gotan Project" con "La Revancha Del Tango". Ma mentre i "Gotan Project" sono abilmente riusciti a conservare nella modernizzazione l'anima dolorosa del tango, al contrario gli "Oi Va Voi" non trasportano nella loro musica lo spirito della tradizione yiddish. Anzi "grazie" al loro arricchimento ritmico e vocale, riescono "perfettamente" a stemperarlo, a diluirlo, ottenendo come risultato una musica artificiale, di sottofondo, che pecca di originalità, più adatta a un cocktail party o ad una sfilata di moda, che rivolta ad una riflessione su come possa essere riletta una tradizione etnomusicale.

È un disco povero di contenuti, ma ricco di effetti speciali e di idee, tutte sfortunatamente confuse.

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