Fine anni Ottanta. Oliver Stone, reduce dal successo di film del calibro di Platoon, Talk Radio e Nato il 4 Luglio decide di gettarsi a capofitto in un progetto affascinante: realizzare un film su Jim Morrison, il Re Lucertola. L'impresa non è facile, ci sono voci discordanti sulla sua morte, sul ritrovamento del suo cadavere, su alcune relazioni che ha avuto, sul fatto che fosse bisessuale...

Nell'agosto del 1991 esce finalmente The Doors. Più di quindici anni dopo la sua uscita mi sono trovato a vedere questo film: non mi ha soddisfatto pienamente. Il film tralascia completamente l'aspetto forse più affascinante del protagonista: il Jim poeta, il Jim uomo sensibile, il Jim uomo timido con le ragazze, ma anche il Jim ragazzo. Viene quindi presentato un Morrison scopatore di ragazze, ubriacone, stronzo, pazzo. E' vero Jim Morrison era anche un ubriacone ma non solo questo, perciò il film ha il difetto di non essere obiettivo. Ed è un peccato perchè le premesse per fare un capolavoro c'erano tutte: Val Kilmer in stato di grazia, Meg Ryan lontana dai ruoli romantici e poi Michael Madsen e Billy Idol.
Un altro aspetto che non ho condiviso del film è stata la "questione Patricia Kennealy" (per intenderci la giornalista con cui nel film Jim ha una relazione). In molti sono convinti che questa pseudo-giornalista (che ancora oggi va in giro facendosi chiamare Patricia Kennealy-Morrison) sia un'abile bugiarda piuttosto che l'amante di Jim Morrison. Patricia ha confermato di essere stata l'amante di Jim, ha confermato di possedere alcune lettere che dice di aver ricevuto da Jim (ma che nessuno ha mai visto). Ha anche detto di avere sposato Jim in una cerimonia nuziale a lume di candela celebrata da una sacerdotessa di Wicca (nel film la sacerdotessa è interpretata dalla vera Patricia Keannely). Questi aspetti però non sono mai stati confermati da nessuno tranne da lei. Personalmente non avrei messo nel film le scene che riguardavano la Keannely perchè, molto probabilmente sono delle cazzate.

Insomma in questo film ci sono parecchi tratti discordanti, parecchie inesattezze. Per fortuna qualcosa si salva, oltre alla recitazione degli attori salverei anche alcune immagini (i lunghi trip nel deserto, le visioni di indiani e sciamani e poi le canzoni e l'atmosfera di quegli intensissimi anni, catturati alla grande da Oliver Stone).
Nel complesso The Doors è un film altalenante, da un lato tratta con troppa fretta (o in alcuni casi non cita nemmeno) alcune situazioni fondamentali della vita di Jim Morrison: l'adolescenza, la poesia, il rapporto con i poeti da lui amati e la sua morte. Dall'altro lato però coglie perfettamente l'essenza degli anni Sessanta: amore, morte, droga, sesso, rock.

Per chi non fosse soddisfatto di questo film consiglio a tutti di leggere Jim Morrison di Stephen Davis, un ritratto approfondito e obiettivo su tutti i 27 anni di vita del Re Lucertola.

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