Li ho conosciuti con questo album i "One Dimensional Man", forse è per questo che continuo a considerarlo il più caratteristico. Infatti, qui li si trova prima dell'inizio della matura ripulita: all'apice della grinta, della fantasia ed anche della raffinatezza in alcuni tratti così ben calibratamente noise. In questo disco pubblicato nel 2000 vediamo subentrare il chitarrista Giulio Favero (che starà con loro per quattro anni e due album) che porta con sè un elegante tocco groovey con una chitarra ben presente dal ritmo scandito, arricchito da giretti un po' boogie, che sa evolversi però in fruscianti distorti rumoristici nelle ascese dei pezzi dove si comincia a sfrerragliare per bene.

Dario Perissutti si presenta con la sua solita batteria piccola essenziale fatta di pochi pezzi. Ma è sempre incisivo, ci dimostra che basta poco (alla faccia dei virtuosi della batteria che hanno bisogno di un impero di pezzi per farti qualcosa) per farti vibrare la cassa toracica con colpi decisi nella grancassa e infonderti il Ritmo nelle vene come nel vecchio blues.
E poi c'è lui: Pierpaolo Capovilla, matto sclerato, scattoso e isterico con la voce e grattante con il suo magnifico basso Rickenbacker del '78 che ruggisce in un suono hard squisitamente vintage. Troviamo un sound particolarmente attento alla tradizione del blues originario, ben filtrato dal bagaglio del miglior rock anni '80.

Abbiamo qui vibranti sonorità che giocano con momenti di cristallinità e graffiante ruggine... è un'altalena avvelenata... che ci inserisce in momenti di distorsione scrosciante in cui si lascia spesso spazio alla schizofrenìa (per chi non ama il genere può risultare un pò pesante, a me personalmente non stanca MAI). Una nota di lode bisogna spenderla per le loro sempre carismatiche performance dal vivo. Ovunque si esibiscano sanno trasportare il pubblico con ironica teatralità, con pause in cui a volte il batterista ci mostra il suo culetto (a volte si è presentato a suonare con mutande leopardate!) oppure il cantante che si perde via nei suoi farfugliati "comizi" politici tinti di rosso. Comunque ti fan sbregare. Ci tengo a raccontare un aneddoto di quando portavano in giro questo album e spesso me li vedevo suonare qui nel Veneto. Era estate alla festa dell'Unità (credo ma non ricordo bene), pioveva perciò lo staff aveva già smontato il palco e gli altri gruppi se n'erano già andati. Eravamo in quattro cani a bere birra sotto gli stand, quando i "One Dimensional Man", incazzati perchè erano venuti per suonare e VOLEVANO suonare, ci hanno invitati ad unire i gazebo e si sono messi lì, insieme a noi, tutti ingrumati, a suonare con i loro ampli, senza palco. E' stato veramente bello, bisogna proprio dire: PERSONAGGI, loro no non se la tirano. È bello vedere che questo gruppo così originale non arriva da qualche sperduta provincia londinese o chissà che, ma è frutto del nostro stivale e questo mi rende veramente felice. Chissà che aprano la strada a tanti gruppi che in Italia fanno fatica ad emergere nel genere alternativo.

Io a questo album ci caccio un 5 convinta anche se voi debaseriani probabilmente sarete severi con me !!!!! :-) ciao ciao

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