Parlare degli Orcrist non è mai una cosa semplice; ci sono persone che li amano alla follia e seguono in maniera religiosa ogni loro release, altri invece li considerano semplicemente dei buffoni. In questi casi la realtà non può che stare nel mezzo.
Gli Orcrist sono un progetto musicale italiano nato e portato avanti da un personaggio che risponde al nome di Grav, un batterista dalle scarsissime doti tecniche e dalle altrettanto scarse doti compositive. Le intenzioni di questo individuo e del suo progetto sono chiarissime e dichiarate; proporre un True Black Metal mentalmente chiuso, stilisticamente puro e possibilmente registrato in maniera indecente. Praticamente un assoluto purista del genere, che sostiene senza mezzi termini che l’unico Black Metal possibile è quello non evoluto, non contaminato, identico e vent’anni fa e registrato in cantina con una valanga di errori d’esecuzione, perché solo in tal modo può dirsi realmente “true”, il resto, come da sue testuali parole è “tutta roba da gay!”. Dichiarazioni opinabili, che Grav fa oggi, ma che sono nate a inizio anni ’90 nella scena Black Metal norvegese, quando certe prese di posizione avevano un valore simbolico e non erano molto diverse da quelle fatte nel ’77 nella Londra dei Sex Pistols. Ovviamente frasi del genere nel 2012, oltretutto fatte da una band come gli Ocrsit, nata alle soglie del nuovo millennio, sono inutili e deleterie, oltre che ridicole.
Come scritto pocanzi Grav è un batterista, quindi per dar luce ai lavori degli Orcrist si avvale di volta in volta di musicisti diversi, reclutati spesso nel più profondo underground. “We Come in War” disco targato 2009 non fa eccezione; vede infatti Sacrifice (vocalist dei Moring Soul) dietro il microfono e Mane (polistrumentista in molteplici progetti ultra-undeground) al basso e chitarra.
Spendere troppe parole per un disco come questo sarebbe inutile e deleterio visto che si tratta semplicemente di puro Black Metal suonato in uno stile vecchio di almeno quindici anni, eseguito in maniera piuttosto approssimativa e con delle parti di batteria a dir poco imbarazzanti. Sinceramente non vedo perché si dovrebbe acquistare quest’album, ci sono migliaia di band come questa che saturano il mercato con tale spazzatura, se si vuol ascoltare qualcosa di questo tipo sarebbe sempre bene orientarsi sui gruppi storici che hanno questo appellativo appunto perché hanno suonato questo genere in tempi non sospetti, ispirando purtroppo migliaia di musicisti senza personalità.
Un appunto però va fatto: questo “We Come in War” è probabilmente il disco migliore dell’intera discografia degli Ocrsit, infatti i musicisti session che hanno collaborato per la registrazione di questa uscita sono probabilmente i migliori che abbiano mai collaborato con Grav, infatti, dopo aver sfornato sei tracce inutili qualcosa cambia e stupisce; ovvero il brano conclusivo “The Silence” che è innegabilmente un bel pezzo, probabilmente merito della line-up che ha suonato su quest’album, visto che nel passato degli Ocrist una cosa del genere non era mai accaduta, questa è senza alcun dubbio una nota di merito che dimostra un passo avanti, seppur piccolo, che mi trattiene da dare a “We Come in War” il voto più basso.
Consiglio l’ascolto di quest’album solo ai feticisti del Black Metal puro al 100% ai quali dico anche che i testi sono strati scritti dal pugno di Goblin, leader degli Isvind, una cult band norvegese.
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