... poi c'è quel sax cólla sua caciara della Creazione, e tutti quegli accordi scritti coll'inchiostro simpatico che fortunatamente spariscono nel santo rumore dell'immediato, nel suo non mettere in fila i vuoti a perdere, nel suo debellare funzioni, nel piacere immenso di essere veliero in balia della tempesta e non avere paura di essere sospesi nel senza tempo: il pranayama che non t'aspetti.

Linee melodiche destrutturate e spesso indipendenti tra loro: tutte le strade portano a Roma, ecco...

Insomma volevo dire che chi rompe il cazzo paradisiacamente è sulla strada giusta del Regno dei Cieli.

Ma attenzione, si potrebbe cadere in tentazione di dire che l'avanguardia rompe il cazzo, che il Free jazz rompe il cazzo, che lo strepitìo rompe il cazzo, che l'improvvisazione rompe il cazzo, che mangiare gli spinaci rompe il cazzo, che Gesù Cristo rompe il cazzo.

In guardia allora dal pericolo di non sbomballare troppo il divino, anche se rompe il cazzo, che c'è una concreta possibilità, per la legge di causa-effetto, che il cazzo vi si stacchi rimbalzandovi nel culo.

Uomo avvisato mezzo SAXvato!

P.S.: Guai a fare le cose "sul serio", nevvero Dizzy?

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