"We knew the world would not be the same. A few people laughed, a few people cried. Most people were silent. I remembered the line from the Hindu scripture, the Bhagavad-Gita. Vishnu is trying to persuade the Prince that he should do his duty, and, to impress him, takes on his multi-armed form and says, 'Now I am become Death, the destroyer of worlds.' I suppose we all thought that, one way or another."
-Robert Oppenheimer, ricordando il test Trinity
All' inizio è un suono di archi, le note nervose e convulse di un violoncello, si fanno più veloci, più vicine, incendiare. Poi è il peso del cielo che ti frana completamente sulle spalle.
A fine anni 70' ecco che già il neonato panc roc si sfaldava. Oltre a tutti i poveri cristi che con attitudine genuina e voglia di fare vivevano all'ombra di ben più plasticose (non serve specificare, immagino) c'era un altro mondo, oscuro, inquietante e intransigente. C'erano i Crass e con loro i movimenti Anarcho e Crust Punk (Due espressioni che ancora oggi indicano le stesse cose in molti casi). Roba di impatto realmente devastante, stili rivoluzionari, liberi, oltranzisti. Mentre la musica si faceva via via sempre più estrema, in vari modi, i testi diventavano sempre più cupi, maturi o anche solamente più rabbiosi e più diretti. Prendevano forma generi oscuri, intransigenti di una cupezza e di una violenza sempre maggiore. Quasi si stesse alzando il volume per coprire il suono prodotto dall' avvicinarsi del Giorno del Giudizio.
Sembra pure strano si possa parlare ancora di evoluzione e di arricchimento, ma è così. Il Crust ultimamente è diventato ancora più drammatico e intenso, a volte aggiungono degli aggettivi prima per descriverlo meglio, "epic" oppure "dark" o ancora "atmospheric", roba del genere, insomma, roba che non serve.
Questo è l'unico lavoro di questa band, risale al 2006 e chissà se esiste ancora da qualche parte al di fuori della rete. Si tratta di un efficace esempio di come e quanto certa musica si sia evoluta durante l'ultimo ventennio. "Crust With Strings" semplice. Crust/Hardcore/Punk nerissimo, convulso e furioso ma allo stesso tempo drammatico e rassegnato, con l'uso di un violoncello a rendere l' atmosfera ancora più tetra e soffocante.
Fin dalla prima nota sembra di avere bisogno di una maschera per l'ossigeno, l'aria è ormai tossica, irrespirabile, le acque irrimediabilmente contaminate, il terreno acido. Sono anni che la luce del sole non si posa su questi luoghi, la vita viene lentamente assorbita da un violento e corrosivo vortice che non lascia scampo.
Quindi sì, si tratta di musica abrasiva, testi apocalittici, voci che ribollono di rabbia e che lanciano maledizioni, ormai prive della loro umanità, una misantropia postuma. E no, se siete degli inguaribili ottimisti non avvicinatevi a questo materiale.
Si tratta di qualcosa di pesante come la Fine dei Tempi.
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