Questa seconda collaborazione del 1950 tra Otto Preminger e Gene Tierney non ha la fama né il glamour della loro prima, l’ineffabile Laura, del 1944, ma resta un film interessante, figlio di un’epoca in cui si poteva ancora credere che la scienza e la razionalità avessero qualche chance di redimere il genere umano.
Tierney interpreta Ann Sutton, tormentata moglie del celebre psicanalista William Sutton. Affetta da cleptomania, Ann viene arrestata per il furto di una spilla in un grande magazzino. A salvarla interviene David Korvo, un distinto sconosciuto che sembra passare di lì per caso - ma si scopre presto che Korvo non fa mai nulla per caso. È un ciarlatano che si spaccia per guaritore, esperto di ipnotismo, e soprattutto un manipolatore consumato. Dopo aver rassicurato Ann sulle sue intenzioni benevole, si offre di curarla dall’insonnia e dalla sua compulsione al furto.
Ann, sopraffatta dal senso di colpa, non vuole coinvolgere il marito per non incrinare la facciata del “matrimonio perfetto”. Ma proprio questa reticenza le si ritorce contro: Korvo, ricattato dalla sua ex amante Theresa, decide di ucciderla e di incastrare Ann, costruendo un piano quasi perfetto in cui Ann sembri un’amante gelosa. Il piano funziona: Ann viene arrestata, e Korvo sembra avere un alibi inattaccabile. Solo l’unione delle forze tra il marito William e il commissario Colton potrà tentare di salvarla.
Il film, che si potrebbe definire un thriller psicologico, trova il suo punto più interessante proprio nella collaborazione tra questi due uomini. William, razionale e pacato, nonostante il dolore per un possibile tradimento, si rifiuta di credere che la moglie che conosce così bene possa aver ucciso. Colton, forse indebolito dal lutto personale per la moglie recentemente scomparsa, sceglie di aiutarli.
Il film funziona grazie al gioco di relazioni tra i personaggi, anche se l’uso dell’ipnosi - e ancor più dell’autoipnosi - può far sorridere. La regia di Preminger, però, è solida, priva di sbavature. Richard Conte e José Ferrer, nei ruoli rispettivamente di William e di Korvo, non hanno il carisma né l’eleganza di Dana Andrews e Clifton Webb, le due controparti maschili di Tierney in Laura, ma se la cavano adeguatamente.
Tierney, sebbene sempre bellissima, appare più fragile, più spenta rispetto ai suoi ruoli precedenti e non è difficile leggerci l’ombra della tragedia personale che l’aveva colpita da poco, con la nascita di una figlia gravemente disabile. La sua sofferenza, trattenuta ma palpabile, dà al personaggio una malinconia che il film non esplicita.
Forse influenzato da Spellbound di Hitchcock, Whirlpool offre la stessa illusione rassicurante: che l’oscurità della mente umana sia penetrabile e curabile. Illusione che, come sappiamo, non ha retto alla prova del tempo.
Disponibile in versione italiana su YouTube, con il poco originale titolo di "Il Segreto di una Donna".
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