Non so: personalmente ho sempre ammirato i gruppi che amano non ripetersi.

Però ho anche sempre detestato i gruppi che non ripetendosi facevano qualcos'altro di "troppo".

Per non dire poi di quelli che si riducono a fare troppo poco di qualcos'altro.

E poi ci sono quelli che non ci sono più o che sembra che abbiano smesso: e quindi non ti poni neanche il problema.

Poi magari scopri che c'erano ancora e che anzi sono sempre stati da qualche parte. Ma qua.

Magari leggermente diversi, ma se li ascolti con attenzione ti accorgi che non lo sono affatto.

Sono così astuti da darti l'illusione ottica (uditiva) di "mutazione" ("Cold & Well-Lit Place"), ma poi aguzzi le antenne e t'accorgi che è solo la coloritura dell'epidermide e/o della corazza
che invecchia.
Restando sinuosa e lucida.
Lugubre. Quasi ferale ("Letter Of Note").

Si tratta di un processo naturale di difesa e adattamento alla realtà circostante. E anche della presa di coscienza dei propri mezzi e limiti.
Non è cosa di poco conto.
Ma si tratta anche di una strategia micidiale di attacco: ("A Gentleman's Gentleman") quei nervi tesi, quella muscolatura tozza, ma soprattutto l'intelletto resta sempre il medesimo.
Solido. Lurido. Vivido.

Poco importa della inferiore velocità di frequenza del dimenarsi degli arti, della maggiore propensione agli interstizi silenziosi e della quantità di decibel scaraventati sul microfono.

C'è sempre quella sensazione diffusa di malsana umbratilità ("Ecce Homo").

Ma li riconosci. E subito.
Non si sfugge.
Sempre diversi ma sempre uguali.
Sempre Loro. E solo loro.

The Oxbow.
Appunto.

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