Ozzy Osbourne, il principe delle tenebre, il mangia pipistrelli, lo scanzonato personaggio che urla contro i suoi cani nel reality di Mtv. Su questa biografia, il "Padrino dell'Heavy metal" traccia per filo e per segno le tappe della sua scapestrata esistenza, fatta di musica droga, alcolismo, fortuna e miseria, pur rimanendo sempre coerente con il personaggio che in quarant'anni di attività si è costruito.

Il contributo alla musica moderna da parte di questo zotico zimbello della periferia di Birmingham è stato incredibile, l'ostacolo della povertà, della dislessia cronica non ha fermato il suo sogno. Tutt'ora dopo anni di indiscussa leadership nel mondo del metallo pesante, dopo incidenti domestici, concerti sold out, reunion con i suoi  (Ex?)  colleghi dei Black sabbath, documetari, reality show, biografie, risulta essere una delle più amate icone del rock. Si può non apprezzare il lato strettamente musicale, ma penso che siamo tutti d'accordo nel rendere merito a quest'uomo la cui intuizione e dei suoi (Ex?) compagni di viaggio fu il punto di partenza per un genere di musica che dopo quattro generazioni continua ad avere sfrenati adulatori.

Nulla nasce a caso: ad Aston, estrema periferia inglese, la vita non è facile. La subcultura proletaria è sicuramente anni luce dai salottini bene di Cambridge. Pub squallidi e dismessi sono il luogo di ritrovo di operai, che ancora fuligginosi passano il tempo al bancone a parlare dell'Aston Villa e a tracanare scuri boccali di amara doppio malto. Si squallido, ma mai quanto le baracche fatiscenti nel quale il povero operaio non vuole tornare così in fretta. Questa è la vita qui, non si sfugge, e John Micheal Osbourne era un giovane condannato a diventarne un obsoleto ingranaggio. Dopo aver lavorato in un centro di macellazione a pulire il vomito dei vitelli, dopo aver quasi perso l'udito come accordatore di clacson, e dopo aver perso i primi di una serie di neuroni esalando rifiuti tossici in fabbrica, Ozzy, che già così si faceva chiamare, trova subito il modo di uscire dall'anonimato : finisce in galera per furto. Anche la disonesta carriera di topo d'appartamento non faceva per lui, dato che fu pizzicato al primissimo tentativo, ma dopo la tragica esperienza in cella tra assassini e pedofili forse era il caso di cambiare di nuovo. Solo la storia di questo adolescente disadattato basterebbe a spiegare perchè i Black sabbath non raccontavano del "Sushine of your love" degli "Interstellar overdrive" o del "California dreaming" come i loro floreali colleghi.

Qui siamo di fronte alla nascita di un tipo di musica la cui violenza ancora inedita derivava direttamente da uno status sociale : Gli ultimi della catena alimentare un giorno alzano gli amplificatori e cambiano per sempre il modo di far musica. Folli quasi quanto lui, Geezer Butler, Tony Iommi, Bill ward, furono suoi compagni fraterni dai concerti davanti a quattro persone, fino ai palchi dei più grandi festival internazionali. Ma proprio qui iniziano a perdere il controllo. L'alcol e la cocaina li portano oltre la soglia del divertimento, e prenderanno un posto emblematico nella vita dei sabs e in particolare del già folle Ozzy. La seconda parte della storia intermezzata da interessanti fotografie d'archivio inizia con la cacciata dai Sabs e la riabilitazione di Ozzy come cantante solista. La figura di Sharon, manager,amante, moglie, sarà fondamentale per la rinascita artistica e anche per la lenta ripresa individuale. Ozzy all'inizio degli anni ottanta ha già un matrimonio fallito alle spalle , due figli che a causa della sua vita alcolica quasi non ricorda di avere, e una bassissima autostima. Nasce così Ozzy Osbourne, il madman, l'istrionico principe delle tenebre, ricostruito (anche se non ripulito) che sfrutta la sua oscura immagine per regalare al pubblico del neonato Heavy Metal uno strgone che compie riti sacrificali sul palco, un lupo mannaro, un vampiro, una marionetta della furba moglie manager Sharon. Ma d'altronde se non fosse stato per lei ci saremmo persi un tassello fondamentale della vita artistica di Ozzy. La disintossicazione da alcol e droga è un miraggio, la morte tanto tragica, quanto stramba del fedele giovane chitarrista  Randy Rhoads segnerà un dolore indelebile, colmabile solo con il potenziamento della sua condotta autolesionista. In effetti l'elemento portante della biografia è il rapporto che Ozzy ha avuto nella sua vita con la droga. Essa diventa il motivo per il quale fa musica, ma anche il motivo del suo licenziamento dai Sabbath.

Del resto la storia è un susseguirsi di vicende comiche e tragiche, che mettono a nudo il lato più intimo del cantante, che fa continui riferimenti ai suoi errori come marito e padre con non pochi rammarichi. Forse pompato, forse troppo assurdo, fatto stà che il libro risulta divertente, e sicuramente fruibile anche da colui che non abbia mai sentito nemmeno "Paranoid", contorniato dal cinismo, sarcastico humor nero e impreziosito dal linguaggio colorito del buon vecchio Ozzy. Forse è tutto inventato, ma a noi piace credere che non sia così.

God bless you Ozzy Osbourne 

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