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un componimento di Pessoa che ho adattato, in modo che possa essere recitato come voce narrante, in una cosa scritta da me.
Esistono persone sporche di destino, come me, che non si allontanano dalla trivialità quotidiana, per il medesimo fascino che provano per la loro impotenza. Così porto a spasso il mio destino, che avanza senza che io avanzi, ed il mio tempo che procede senza che io proceda. Mi basta che la mia cella abbia delle vetrate dietro le grate, e scrivo sui vetri, sulla polvere del necessario il mio nome in lettere maiuscole, la firma quotidiana del mio contratto con la morte. Ma chi vive come me, non muore, finisce, appassisce, cessa di vegetare.
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