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Prosegue la rassegna 'Buzzin' Sound' (cerca l'etichetta #buzz per tutti gli episodi della rassegna) dove mi lascio condure da @[ALFAMA] nei meandri più misteriosi e sperimentali del mondo della musica, come se egli fosse Virgilio e io Dante, mentre Beatrice non c'è. Ma ci sono questi franci che vi propongo oggi che, piacciano o no, sono o sono destinati a diventare un vero e proprio oggetto di culto presso gli appassionati di musica progressive o comunque di quella musica più atipica e sperimentale degli anni settanta.

Archaia - Archaia (1977)

I francesi Archaia (Pierrick Le Bras, Michel Munier, Philippe Bersan), devoti al sound dei Magma, misero in piedi questo progetto a metà degli anni settanta reinterpretrando quelle sonorità tipicamente progressive in una chiave più sperimentale e costruendo delle composizioni senza batteria e fondate principalmente sull'uso particolare delle percussioni. Il risultato definitivo fu qualche cosa che ancora oggi è sinceramente difficile da ritrovare anche nelle formazioni sperimentali. Il disco eponimo, prodotto da Dominique Calmel, fu pubblicato nel 1977 e resta ad oggi l'unica testimonianza della loro musica. Il disco, le cui atmosfere misteriose e cariche di contenuti esoterici come alcuni degli episodi progressive di quegli anni, si costruisce attorno al ruolo fondamentale del basso, molto peculiare in qualche modo anticipatore di alcuni utilizzi dello strumento nel decennio successivo e a partire dalla nascita della cosiddetta no-wave. La chitarra ha un ruolo sicuramente secondario, rispetto a quello che è l'utilizzo massivo dei synth, che riprendono certi sound effettivamente tipici di gruppi progressive dell'epoca, e quello caratteristico dei cori. Su tutto spicca un certo teatralismo intellettuale del periodo. I momenti migliori secondo me: 'Soleil Noir', le riverberazioni di 'Sur les Traces du Vieux Roy', il drone di 'Massa Confusa', le visioni di 'Le Grand Secret', 'Vol du Phoenix', la acidità garage di 'Chthonos'.

archaia - chronos (1977)
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