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RARE: Neil Young....on Kurt Cobain suicide / Sleeps With Angels
Scusa @[fungo] se non ti ho risposto prima sul perché 'i Nirvana no!' ma lo faccio ora - e spero sinteticamente - per due motivi, perché sei in DeBaser e già il farne parte è sinonimo di intelligenza e curiosità in campo musicale e artistico, secondo, perché i Nirvana sono comunque il gruppo più rappresentativo del movimento grunge. Essi sono diventati ormai una leggenda in campo musicale riuscendo a interpretare l’umore di un’intera generazione, e trasformando 'l’alternative rock' in un fenomeno di massa. Il suicidio, ma anche la rabbia esistenziale e l'autodistruzione del loro leader, Kurt Cobain, ha certamente alimentato il mito del giovane artista 'bello e romantico', ed è anche vero che l’impatto della musica dei Nirvana sugli anni ’90 è, indiscutibilmente, forte e direi quasi drammatica. In breve, loro hanno rappresentato proprio quell'apatia degli anni '90 che non si è mai trasformata in vera opposizione alla distruzione di un'intera generazione, ad una lotta per ribellarsi al disagio, non solo dei ragazzi ma di un'intera società in balia del potere capitalistico (rappresentato dall'un per cento della popolazione mondiale!). A quell'anarchismo della post-modernità che ci sta ancora davanti e che sembra non finire mai. Alla sconfitta dei popoli.
Non ce l'ho con i Nirvana ma con l'epoca che essi hanno interpretato, con ' il sarcasmo nichilista del punk' che qualcuno ha evidenziato.
Usare una perentoria affermazione come la mia sui Nirvana può far indignare qualcuno, ma non riesco a isolare la loro musica dal contesto socio-politico-sociale che li ha plasmati e che, bada bene, ha distrutto la vita di Kurt Cobain. No, non riesco ad ascoltare i Nirvana, non più.
Neil Young- My My, Hey Hey (Out Of The Blue)
  • Dislocation
    12 mar 18
    E quanto hai postato è l'epitaffio del tutto.
     
  • zig
    12 mar 18
    Un’analisi critica dai risvolti passionali condivisibili. Chapeau.
     
  • Stanlio
    12 mar 18
    non credo che il contesto politico sociale abbia plasmato più di tanto i gruppi musicali o le persone in generale qui o altrove (altrimenti ne avremmo viste delle belle o meglio delle brutte), può aver influito in parte ma credo siano altre le cose che "plasmano" i gruppi rock anche se nei testi (sentimentalismi a parte) è inevitabile che il sociale ed il politico ci entri dentro, la realtà non la si può confinare...
     
    • serenella
      12 mar 18
      Ciao @[Stanlio] è vero, condivido quello che dici (vuoi vedere che abbiamo frequentato la stessa scuola?!)
    • Stanlio
      13 mar 18
      po' esse cara Serenella e qui casca l'asino (ahi...!) perchè son rimasto bloccato a quella notte e gli esami (mai superati) si ripetono ad ogni passo XD
  • nes
    12 mar 18
    Io non volevo dirlo a voce troppo alta, ma che il grunge sia il genere in cui si e' specchiata un'intera generazione e' una palla: e'stato lo specchio di u a parte ci quella generazione, per un periodo di tempo parecchio corto. Il simbolo degli anni novanta, l'evento controculturale specchio della generazione colpita dalla apatia nei confronti della filosofia del capitalismo/consumismo/qualunquismo , sono i Simpsons. Capisco possa non saltare all'occhio al volo quando si e' normalmente portati a cercare leader nel rock, ma non riconoscere la cosa alla luce dei fatti e dell'impatto socioculturale che ha avutodel prodotto chiamato in esame significherebbe essere disonesti. E, certo, esser convinti che dopo trent'anni i simboli e i campi di battaglia di una generazione siano sempre gli stessi non e' sintomo di perspicacia. Il rock era dei miei gentori, io nei 90 avevo gli sparatutto, homer e cartman. Il rock erano vent'anni che non aveva piu' un cazzo di nuovo da dire. Questo con buona pace dei nirvana di cui non me ne frega quasi nulla e di cobain, che se comunque non riconoscessi come interprete pazzesco eleader dal carisma piu' unico che raro sarei disonesto. Ma no, ne' gruppo ne' cantante sono simboli generazionali.
     
    • nes
      12 mar 18
      Che ha avuto IL prodotto chiamato in causa?
    • nes
      12 mar 18
      Il ponto di domanda alla fine doveva essere un asterisco...
    • serenella
      12 mar 18
      Ciao @nes, wow. E' un vero piacere risponderti, anche perché la tua è la logica continuazione di ciò che ho impostato. Probabilmente dovevo specificare meglio alcune parti ma non avevo tempo e spazio a sufficienza. Però ho dei dubbi sul fatto che scrivi: 'esser convinti che dopo trent'anni i simboli e i campi di battaglia di una generazione siano sempre gli stessi non è sintomo di perspicacia' se intendi che i simboli cambiano nel tempo sono d'accordo. Cambiano i simboli ma i campi di battaglia sono sempre lì e sempre più difficili da circoscrivere. In breve, hai ragione quando scrivi che oggi non possiamo più continuare a pensare l'umano come lo concepiva la filosofia e la sociologia del passato, basta pensare a come sono cambiate anche le strategie di presentazione dell'arte o della musica (le moderne mostre d'arte sono ormai tutte proiettate verso una vera e propria tendenza antiestetica, mostre che dal creare scandalo sono passate a presentare l'orrore: molte delle opere esposte negli ultimi anni volevano essere INGUARDABILI; es. Biennali a Venezia dopo il 2000, e poi Londra Parigi etc.). Tornando ai Nirvana, sicuramente non furono espressione di tutta un'intera generazione, come non lo erano i Beatles e non lo sono oggi i Maroon5 o i Kongos (presi a caso). Direi che ogni generazione ha ciò che si merita, ma ci sono anni della nostra storia che hanno seminato ingiustizie e paradossi nella distribuzione della ricchezza che io e la mia generazione speravamo di contrastare. Probabilmente dobbiamo attendere che questa 'insofferenza' e 'indignazione' si trasformi in 'disobbedienza civile, e che diventi mondiale'.
  • lector
    12 mar 18
    "Sinteticamente"!!
     
    • serenella
      12 mar 18
      Avevo un po' di tempo e il tema era 'ghiotto' ;-)

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